Continuano gli strascichi nel mondo della giustizia, dopo il comunicato dell’Associazione nazionale magistrati, in cui il sindacato delle toghe ha invitato «i dirigenti degli uffici giudiziari ad adottare, a tutela della salute, energiche misure organizzative al fine di rallentare immediatamente tutte le attività», senza escludere «anche la sospensione dell’attività giudiziaria non urgente».

Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ha provato a stemperare la polemica spiegando che quella dell’Anm non conteneva «Nessuna minaccia di sospensione dell’attività giudiziaria. L’Associazione nazionale magistrati non sospende nulla, non ne ha il potere, non ha mai pensato di farlo. Abbiamo rappresentato a chi ha compiti organizzativi di valutare se ruoli stracarichi di procedimenti, udienze affollate possano oggi convivere con il problema drammatico di una recrudescenza del virus».

I toni del comunicato, tuttavia, non sono piaciuti nemmeno a due componenti dell’Associazione, Magistratura democratica e Articolo 101, che hanno pubblicamente preso le distanze dal loro stesso sindacato.

Magistratura democratica

La presa di posizione della segretaria del gruppo, Mariarosaria Guglielmi, è stata di condanna: «Abbiamo commesso un errore, prospettando una possibile sospensione dell’attività giudiziaria, con provvedimenti peraltro adottati dai dirigenti degli uffici giudiziari, in relazione alla mancata inclusione nel piano strategico vaccinale dei lavoratori del comparto giustizia», ha detto.

Inoltre ha aggiunto che «abbiamo trasmesso, come magistratura, un messaggio sbagliato, e dobbiamo prenderne atto: non quello della richiesta di interventi urgenti a tutela di tutti coloro che lavorano ed entrano nei palazzi di giustizia, ma voler porre “condizioni” rispetto allo svolgimento del servizio e considerarci come “categoria” che rivendica una tutela prioritaria».
Una presa di distanza netta, quella di Md, che mostra anche il grado di divisione molto forte nel mondo della sinistra giudiziaria. Il presidente Santalucia, infatti, è rappresentante di Area, il gruppo nato più di dieci anni fa dall’unione tra Magistratura democratica e Movimento per la giustizia senza però che le due correnti di partenza si sciogliessero.

Negli ultimi mesi, però, soprattutto dopo il caso Palamara, la componente di Md è progressivamente entrata in rotta con quella di Area e nel prossimo congresso potrebbe maturare una scollatura definitiva, nonostante Md si sia presentata all’interno di Area alle ultime elezioni dell’Anm.

Altro segno dello scontro è stato il fatto che nella Giunta dell’Anm non è stato inserito alcun componente vicino a Md, nonostante una dei principali esponenti, Silvia Albano, fosse stata la seconda più votata della lista di Area.

Allora le parole di Guglielmi - che hanno intercettato le perplessità di molti colleghi rispetto alla presa di posizione della giunta Anm – suonano anche come una presa di distanza dall’operato della Giunta guidata da Area.

Articolo 101

La componente “anticorrentista” Articolo 101, l’unica che si è seduta all’opposizione della giunta di Santalucia, ha pubblicato un comunicato altrettanto duro.

«Pur essendo componenti del comitato direttivo centrale dell’Anm, abbiamo appreso del comunicato della Giunta direttamente dai mass media», attaccano, scrivendo di non condividerne il contenuto.

«Nel metodo, il mancato coinvolgimento delle categorie interessate, ingiustificato e incomprensibile, costituisce un madornale errore strategico e una grave mancanza di rispetto nei confronti di chi – avvocati, magistrati onorari e personale amministrativo – al pari dei magistrati è quotidianamente coinvolto nel servizio giustizia».

Nel merito, continua il comunicato di Articolo 101, «l’invito ai dirigenti è inaccettabile. L’invito è pericoloso perchè riflette una concezione della magistratura con caratteri antitetici a quelli della Costituzione».

La presa di posizione di Articolo 101, da subito molto critica con l’attuale gestione dell’Anm, non stupisce ma spiega le frizioni all’interno del sindacato, dove il comitato esecutivo centrale dove siedono tutti gli eletti si sentirebbe scavalcato dalle iniziative della giunta, di cui fanno parte solo rappresentanti delle correnti che hanno deciso di sostenere il presidente Santalucia.

Gli uffici giudiziari di Milano

Una netta condanna delle posizioni della giunta è arrivata anche dagli uffici giudiziari di Milano, reduci da un durissimo scontro tra procura e tribunale dopo la sentenza del processo Eni.

Il procuratore capo, Francesco Greco, ha detto di essere «assolutamente d'accordo con le indicazioni date dal governo per quanto riguarda il piano vaccinale», perchè «Non c'è servizio pubblico che tenga davanti alla necessità di salvare delle vite umane». Greco ha chiesto che si implementi piuttosto l’uso delle «indagini telematiche e il processo penale talematico, oltre che lo smart working, come si è già fatto nel primo lockdown». 

Dal suo punto di vista, il comunicato dell’Anm «senza dubbio risente dell'onda emotiva causata dalla morte del procuratore aggiunto Luigi Frunzio, un carissimo collega di Napoli», ma nel merito «io non amo le liste e non amo gli aut aut e avrei preferito una riflessione più articolata».

Dello stesso avviso anche il vicepresidente vicario del tribunale di Milano, Fabio Roia: «Il problema della categorie essenziali è che si prestano a molte variabili e molte interpretazioni - aggiunge - e che potevano essere lette come una nicchia di privilegio, mentre il criterio anagrafico è certamente più logico e trasparente».

Le suppletive al Csm

Il comunicato dell’Anm, che si è rivelato un boomerang per la Giunta e ha avuto anche l’ulteriore conseguenza di incrinare i rapporti del sindacato delle toghe sia con il ministero della Giustizia (Cartabia ha fatto sapere di aver comunicato ai vertici dell’Anm il 17 marzo che si sarebbe vaccinato per fasce d’età) che con il Quirinale, che ha lasciato trapelare il suo fastidio.

La presa di posizione dell’Anm è stata una presa di posizione fortemente sindacale, frutto dell’ondata emotiva degli ultimi giorni e delle sollecitazioni che pure sono arrivate ai vertici dagli uffici giudiziari, preoccupati per l’acuirsi della pandemia.

Ad essere sfuggiti di mano, tuttavia, è stato il tono: la velata minaccia, poi tramutata in “constatazione” nelle considerazioni successive di Santalucia, ha avuto esattamente l’effetto contrario a quello desiderato di compattare la categoria.

Così l’Anm è diventata facile bersaglio delle critiche anche dei magistrati stessi, anche in vista delle ormai prossime elezioni suppletive al Consiglio superiore della magistratura dell’11 e 12 aprile.

Tutte le correnti, infatti, sono in piena campagna elettorale per ottenere il posto al Csm lasciato vuoto da Marco Mancinetti, sesto dimissionario a causa delle chat del caso Palamara.

A correre per l’elezione sono Luca Minniti per Area ma vicino a Md; Mario Cigna per Unicost; Maria Tiziana Balduini per Magistratura indipendente e Marco D’Orazi per Autonomia e Indipendenza. Il clima, dunque, è surriscaldato anche da questa corsa, in cui i due contendenti con maggiori possibilità di vittoria sono Minniti e Balduini. 

Non a caso proprio a questa elezione si fa riferimento nel comunicato di Articolo 101, che bolla l’iniziativa della giunta come «populistica, che si lascia travolgere da un eccesso di parossismo pre-elettorale». Con effetti, però, contrari a quelli cercati.

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