- L’arrivo del vaccino è in un certo senso il rovescio della sequenza tragica dei camion di Bergamo, e quindi avrebbe potuto, e forse dovuto, essere immortalato con un analogo grado di tensione drammatica. Invece ci siamo trovati davanti agli occhi Domenico Arcuri che gigioneggia.
Il commissario a qualunque cosa ha resistito alla tentazione di trasformare la scena in una sequenza da Istituto Luce. La mano s’è allungata sulla scatola saldamente tenuta fra le braccia da uomini in camice e lui ha goffamente tenuto una stringa pendente mentre veniva scaricato il prezioso contenuto.
È stata, insomma, una giornata di “emozioni”, come ha detto Arcuri commissariando anche quelle, trascurando il fatto che le persone sapranno trovare da sole ottimi modi per emozionarsi quando il piano vaccinale non sarà più simbolico.
Non c’è bisogno di far riferimento ai meravigliosi affreschi sul termopolio riaffiorati a Pompei per sapere quanto è importante l’immagine nelle vicende umane. Anche la pandemia, che è causata da un elemento invisibile ed è descritta nei suoi effetti da grafici che per definizione non sono figurativi, è stata narrata per istantanee e sequenze. La più potente, a livello globale, è stata quella dei veicoli militari che trasportano le salme fuori da Bergamo, dove i crematori non riuscivano a stare



