Pochi giorni fa sono state inserite nella Costituzione la difesa dell'ambiente e del clima. Molti hanno parlato di questo come un «evento storico», come una svolta epocale. Poi cosa? Continuiamo a vedere che l'unica transizione in corso è quella dal fare le cose come sempre al fare le cose come sempre facendo finta che sia "verde".

Il piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai) presentato pochi giorni fa è un nuovo livello di greenwashing: viene fatto passare come un piano per la decarbonizzazione, quando in realtà rende possibile l'esplorazione e l'estrazione di combustibili su buona parte del territorio nazionale.

Sentiamo dire che queste trivellazioni ed esplorazioni servono per affrontare il caro bollette e garantire l'equità sociale. Sentiamo queste scuse dalle stesse persone che favoriscono le grandi compagnie e non hanno nessun interesse nell'aiutare le persone in difficoltà. Eni stessa, al posto di spostarsi sulle rinnovabili, si dice pronta ad aumentare la produzione di gas nei prossimi anni.

Riguardo alle riserve di gas italiano, è già stato chiarito che l'estrazione è una presa in giro per le persone che hanno visto schizzare le bollette, visto che lo stato non ha nazionalizzato ed espropriato i pozzi, e quindi il gas sarà comunque venduto sul mercato e non cambierà le nostre folli bollette anche perché i prezzi agevolati si rivolgeranno solo alle imprese.

La transizione

Secondo il Production Gap Report dell'Onu, i paesi stanno pianificando per il 2030 una produzione di combustibili fossili che è più del doppio di quanto è compatibile con un percorso per mantenere il riscaldamento globale sotto il limite di 1.5°. Questo significa che se vogliamo rispettare l'accordo di Parigi serve non solo fermare ogni nuovo progetto, ma anche bloccare e smantellare buona parte di quelli già in corso.

Se consideriamo poi le responsabilità storiche e il principio di equità, i paesi come l'Italia devono fare ancora di più. Come dimostrato da Climate Analytics dovremmo ridurre le nostre emissioni nazionali almeno del 92 per cento entro il 2030 per non superare la soglia del grado e mezzo.

Questa è la scomoda verità che i governi e le persone al potere in generale preferiscono evitare: se vogliamo rispettare l’accordo di Parigi dobbiamo cambiare drasticamente tutto. Quello che abbiamo fatto finora non ha funzionato. Ogni volta che sentiamo di un disastro climatico, sappiamo cosa l’ha causato.

Ogni volta che le persone perdono la vita, o perdono la casa, per un incendio o una alluvione, sappiamo cosa l’ha causato. Sappiamo esattamente che è stato causato dall’inazione climatica degli scorsi decenni. Quindi se vogliamo davvero evitare i disastri peggiori abbiamo bisogno di essere onesti, contare tutte le emissioni e ascoltare le persone.

Per più di tre anni sempre più persone hanno chiesto e lottato per le azioni per il clima. Dopo il primo duro colpo della pandemia, abbiamo scritto insieme a scienziate e esperti italiani un insieme di proposte per una ripartenza basata sulla giustizia climatica, nella campagna Ritorno al futuro. Questa include azioni immediate per ridurre le emissioni, ma anche per affrontare altre ingiustizie che sono alla base della crisi ambientale.

Ma alle persone al potere non importa la giustizia climatica. Non importa di aiutare le persone in difficoltà. Anzi, stanno lottando per mantenere lo status quo basato sull'ingiustizia. Certo possono provare che sbagliamo in ogni momento, non c'è bisogno di nessun vertice o incontro internazionale. Possono provare che ci sbagliamo oggi.

I ricorsi

Anche di fronte a questa situazione di pura pazzia, le persone hanno mostrato di sapere cosa serve, e hanno deciso di agire facendo dei ricorsi. E questo semplicemente perché si possono prendere in giro le persone, ma non si possono prendere in giro le leggi della fisica. Non si può dire di affrontare la crisi climatica pompando più soldi nei progetti di combustibili fossili. Vogliamo che le cose vengano affrontate e vengano prese sul serio, e siccome non è ancora così continuiamo a smascherare le false promesse e lottare per condizioni di vita sicure e sistemi ecologici sani. Scendiamo in piazza ancora e ancora, alla vostra falsa transizione non crederemo mai.

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