Chiudere il Pd per salvare la sinistra?

Cambiamo quasi tutto del Pd, ma senza scioglimento o rottamazione dei vertici

  • Prima: sciogliere il partito.  La reazione emotiva a caldo è (quasi) comprensibile ma è irrazionale e soprattutto dannosa (se realizzata) se non altro perché il Pd è una delle due maggiori forze di opposizione in parlamento e il suo scioglimento sarebbe un danno enorme alla tenuta democratica.
  • Seconda: rottamare gli attuali dirigenti per lasciar spazio a chi sta fuori dagli incarichi di partito. Si tratta di una riedizione della barbarica logica renziana.
  • Terza: auto-candidature e corsa alla segreteria già partita nella notte del 25 settembre. E’ il segno della condizione pietosa in cui si trova questo partito, usato come un taxi da chi vuole approfittare del sconfitta elettorale per farsi largo.

Cominciamo da una constatazione, non consolatoria ma empiricamente comprovabile: il Partito democratico migliora di mezzo punto rispetto alle elezioni del 2018, quelle che segnarono il vero e più drammatico crollo. Rispetto a quel crollo si è assestato. Circa gli altri partiti, a parte Fratelli d’Italia che ha sbancato, tutti hanno avuto flessioni, spesso drammatiche. Lo stesso si può dire anche dei Cinque stelle, il cui risultato va paragonato (come per il Pd e per gli altri partiti) a quell

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