- Un’indagine un po’ traballante non ha saputo raccontare sino in fondo le scorrerie che avrebbe compiuto Claudio La Camera, presidente del Museo della 'Ndrangheta di Reggio Calabria, attivista sociale, collaboratore delle Nazioni Unite con progetti sulle carceri messicane.
- Un processo lungo sei anni e una condanna a nove mesi di reclusione (ma con pena sospesa) ha svelato un’insolita esuberanza investigativa nei confronti di La Camera. L’impianto accusatorio generale comunque è caduto: non c'è stato ingiusto profitto, non è stato procurato “altrui danno”, non c'è stato illecito arricchimento.
- Non è la prima volta che in Calabria i simboli dell'antimafia finiscono nei labirinti della giustizia. È capitato alla sindaca di Isola di Capo Rizzuto Carolina Girasole, arrestata nel dicembre 2013 per voto di scambio e collusione con il clan Arena. Assolta.
Ma che razza di ladro è uno che ha un patrimonio personale di sei euro e 45 centesimi depositati in un libretto a risparmio? Senza conti segreti, senza piccole o grandi proprietà intestate, senza una vita di lussi e di sfarzi, dove lo ha nascosto quel milione di euro “distratto” dalle casse dello stato? C’è una sentenza che non lo spiega e c’è un’indagine un po’ traballante che non ha saputo raccontare sino in fondo le scorrerie che avrebbe compiuto Claudio La Camera, presidente del museo del



