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Col governo Meloni parte la sfida per l’egemonia culturale e la sinistra non è pronta

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

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  • Solo un gigantesco abbaglio, dovuto forse al volto femminile e rassicurante della sua leader, può aver portato a credere che questa destra non avrebbe mostrato, appena insediata, la sua anima da ultrà.
  • Se però questa offensiva era ben prevedibile, colpisce l’apparente impreparazione delle forze che siedono tra i banchi dell’opposizione, l’impressione di debolezza dei loro discorsi.
  • La sinistra si inganna se crede di poter contare a lungo sulla superiorità che le deriva dalla presenza nei luoghi della cultura “alta”.

A una settimana dall’entrata in carica del governo di Giorgia Meloni, una sola cosa si può dire con certezza: niente di ciò che lei o i suoi ministri hanno detto o annunciato di fare era inatteso. Non lo era la svolta sulle misure anti-pandemiche del ministero della Salute, né la retorica del «merito» introdotta fin nel nome del nuovo ministero dell’Istruzione; non lo era la durezza delle posizioni anti Ong del ministro Piantedosi, né la stretta sui rave party. Coerenti Avevamo visto i rapp

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