La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato di voler cambiare il rapporto tra cittadini e istituzioni e in generale farli sentire meno sudditi.

Un tale obbiettivo è condivisibile ma, se preso seriamente, implica un ruolo forte dello stato centrale nel difendere i cittadini dalle trappole di architettura della scelta che sia le istituzioni pubbliche che il privato hanno creato.

Prendiamo il caso dell’essere consumatore. In molti paesi europei, se si viaggia in treno e si arriva in ritardo, l’indennizzo per tale ritardo è automaticamente dato al viaggiatore.

In Italia, questo non succede, si chiede di compilare un lungo e bizantino modulo non semplice da trovare.

La ragione è quella del trucco di aggiungere un costo cognitivo elevato per l’esercizio di un diritto in modo da scoraggiarlo.

Ovviamente, queste tecniche colpiscono sempre di più i più vulnerabili che hanno meno tempo o familiarità con tali trucchi.

Lo stesso si potrebbe dire di tantissimi altri casi, dai contratti di servizi, tocca sempre al cittadino chiedere un indennizzo che gli tocca è mai viene facilitato in questo.

Nessun privato ha incentivi per rimuovere tali ostacoli, soltanto lo stato può intervenire sul rendere la protezione dei suoi cittadini.

Uno Stato civile si vede anche da quanto impedisce lo sfruttamento della vulnerabilità del cittadino medio.

Non è una novità che la tutela del consumatore in Italia è molto peggiore degli altri paesi europei.

La scarsa tutela non è certamente un volano per la crescita da della domanda interna, il timore di essere incastrato da contratti opachi frena l’acquisto.

Aziende come Amazon, per quanti criticabili su altri temi, hanno fatto del rimborso facile un modello vincente.

Le associazioni dei consumatori possono testimoniare tantissimi esempi di pratiche scorrette.

Questo tema non riguarda soltanto il privato ma anche il pubblico. Ottenere un rimborso da un ente pubblico è un calvario a cui pochi si sottopongono e preferiscono rinunciare.

In questa prospettiva, non essere sudditi non vuol dire fare quello che si vuole ed essere senza regole ma piuttosto facilitare la vita del cittadino che le rispetta e tutelarlo quando a sbagliare sono gli enti pubblici o privati. Da anni si insiste dalla deregulation alla Smart regulation.

Inoltre, non bisognerebbe sottovalutare l’effetto positivo di effetti ia catena positivi o contaminazione sul grado di fiducia dei cittadini nelle proprie istituzioni e, in generale, nel proprio paese.

Queste considerazioni si applicherebbero ad un governo di qualsiasi colore politico.

Il governo Meloni potrà andare oltre la retorica da discorso se dovesse intraprendere dei passi verso una tutela di default del cittadino e del consumatore italiano.

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