- Il linguaggio dei nostri tempi riflette la polarizzazione sociale in atto. Non sono convinto che l’accettare come equivalenti posizioni fondate sul rispetto delle evidenze scientifiche e fantasie complottiste di ogni tipo sia il corretto antidoto.
- Come possiamo, in un mondo di comunicazione dal basso, di echo chambers, di gruppi sempre più chiusi stabilire una qualche forma di credenza condivisa?
- C’è, poi, un terzo aspetto: sarebbe colpevole non notare quanto le opinioni personali siano deviate ed indirizzate da attori politici con chiaro intento propagandistico, quando non direttamente eversivo.
Fa bene Viola Di Grado a ricordarci, su Domani del 6 febbraio, quanto il linguaggio che stiamo utilizzando assomigli sempre più a un veleno capace di inquinare la nostra convivenza sociale. Da un lato Sì-vax dall’atro No-vax. Due schieramenti l’un contro l’altro armati, che si colpiscono a colpi di social network. Dal momento che il linguaggio dà forma alla nostra esperienza, è chiaro quanto tutto ciò accentui il processo di polarizzazione sociale che stiamo vivendo da diversi anni e che pare a



