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Si parla troppo di vaccini anti Covid. Non si parla invece di come ne parliamo e, soprattutto, della violenza che imperversa in Italia, dai social ai giornali, quando si contrappongono No-vax e Pro-vax.
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Ogni integralismo nasce dalla paura, ma nel nostro paese questa paura ha tirato fuori una ferocia sopita, un rigurgito fascista in attesa di esprimersi in un nuovo, agonizzante e autorizzato vagito.
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Facciamo un passo indietro, smettiamo di fare i cannibali con le fragilità degli altri, e offriamo l’un l’altro le parole migliori, le più salde, mentre tremiamo di traverso in questo paese instabile e senza pace.
Si parla troppo di vaccini anti Covid. Non si parla invece di come ne parliamo. Della cornice linguistica con cui li teniamo appesi ai nostri pensieri quotidiani. Parlo della violenza che imperversa in Italia, dai social ai giornali, dell’odio zotico che nel tempo pandemico ha trasformato la lingua italiana in un’arma rovente che perde ogni poesia e civiltà, diventando letale ed elementare come uno sparo. Pro-vax che minacciano No-vax, no vax che minacciano Pro-vax, in un duello all’ultimo sa



