- Dobbiamo con-vivere col virus: vorrei che l’accento principale cadesse su “vivere”, anche se il “con” è importante. Il “con” ci interroga su quanto la democrazia possa limitare la libertà e sui guasti che abbiamo fatto all’ambiente.
- Della triade francese rivoluzionaria il consumismo ha sviluppato in modo abnorme la libertà (confondendola col comprare) a spese della fraternità e dell’uguaglianza. Ma lo sapremo ancora, una volta guariti?
- I giovani ora vogliono vivere, propendono per il rischio; ci ricordano che l’essere umano non è soltanto convivenza civile ma anche (e forse soprattutto) desiderio.
Rileggendo Petrolio mi sono imbattuto in questa strana frase di Pasolini: «quello stato di particolare incoscienza che è la ragionevolezza». Ragionevolezza come qualità media, che si tiene per istinto lontana da ciò che appare eccessivo o azzardato; se stai entro i suoi binari, puoi evitare di farti troppe domande; ragionevolezza come pilota automatico in tempi di scelte difficili. Dalla ragionevolezza si può scendere verso l’irragionevole (e dio sa se oggi ne abbiamo esempi) o si può salire



