In quest’ondata di commozione che ha contagiato l’Europa intera, molti hanno ricordato alcune cose importanti: le sue passioni, il giornalismo e la politica, mai mescolandole, il suo europeismo, il suo sorriso contagioso, il suo modo di parlare senza urlare e battere i pugni sul tavolo, la sua tendenza a trovare sempre punti d’incontro, anche con chi la pensava diversamente. 

Di David Sassoli, non solo generico europeista, ma anche federalista europeo, ci piace ricordare innanzitutto il suo impegno istituzionale al servizio dell’Unione europea, dimostrato con il suo netto rifiuto opposto all’idea di abbandonare il Parlamento europeo per candidarsi a sindaco di Roma, come gli chiedeva il suo partito d’appartenenza. Un’eccezione, rispetto alla pessima tradizione secondo la quale l’Europa sarebbe un posto di ripiego, in attesa di poltrone nel nostro paese considerate più proficue.

E poi tre importanti battaglie che Sassoli svolse come Presidente del Parlamento europeo.

La prima è quella per lo stato di diritto e i valori europei in tutti gli Stati membri. L’ha ricordata fin dal suo discorso d’insediamento come Presidente e poi spingendo per la creazione del “meccanismo di condizionalità” a tutela dello stato di diritto, che permette di bloccare l’erogazione dei fondi europei ai paesi che lo violino. A dimostrazione che i diritti della nostra cultura e tradizione europea non sono cose astratte, ma devono trovare anche un radicamento nella realtà economica e sociale.

La seconda riguarda la risposta europea alla pandemia, la creazione del Next Generation Eu e l’impegno perché le risorse degli investimenti rimanessero nel quadro del bilancio dell’Ue, così garantendo un ruolo al Parlamento europeo nel processo decisionale, evitando soluzioni puramente intergovernative

La terza battaglia è quella per il rafforzamento dell’Unione europea, con la sua costante pressione per lanciare effettivamente la “Conferenza sul futuro dell’Europa”. Era questo, per Sassoli, il modo più concreto per coinvolgere i cittadini europei in un grande dibattito sul futuro dell’Unione, a partire dalle questioni concrete poste proprio da NextGeneration Eu, con l’obiettivo di aprire una fase costituente, verso una vera unione politica, con una politica estera, di sicurezza e di difesa, davvero europee, senza nascondere l’importanza della dimensione militare.

Se i media vogliono ricordare nel tempo la sua azione europea il modo migliore è quello di rilanciare i temi della “Conferenza”: sostenibilità ambientale, stato di diritto, sviluppo e valori, ruolo dell’Europa nel mondo, democrazia europea, coesione sociale e territoriale.

Sono le battaglie che David Sassoli voleva portare avanti.

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