Dalla guerra all’aborto

Diritto all’aborto, la democrazia è l’unica cosa da portare con sé mentre il mondo cambia

  • Questo tempo ci fa paura perché è tempo di trasformazione. Non passa giorno che non ce ne sia segnale. Tra i più recenti, la decisione della Corte suprema sul non diritto ad abortire. Prima la guerra in Ucraina.
  • Se restava una certezza – la diplomazia del Vaticano – anche quella vacilla. A questo giro non ci sono né John Fitzgerald Kennedy né Nikita Krusciov, ma neanche Francesco è Giovanni XXIII. Pur in buona fede, Bergoglio rischia di essere prigioniero di quella che è la nota dominante del suo pontificato.
  • In questa transizione, quale valore di civiltà intendiamo portare avanti con noi? Forse la scelta giusta sarebbe quella di far avanzare la democrazia, che non è un valore, è questa la cosa bella: ma una condizione perché ci siano valori.

Questo tempo ci fa paura perché è tempo di trasformazione, o di transizione, se preferite. Da dove, lo sappiamo; verso dove, difficile prevederlo. Ma non passa giorno che non ce ne sia segnale. Tra i più recenti, la decisione della Corte suprema sul non diritto ad abortire. Decisione attesa, ma sorprende il modo in cui ne siamo venuti a conoscenza: una fuga di notizie, chiaramente opera di una precisa regia. Per influenzare le elezioni di metà termine; o per far ripiegare i giudici conservato

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