Con un breve discorso al Quirinale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha annunciato lo scioglimento delle Camere. La crisi degli ultimi giorni, ha spiegato, ha mostrato una «assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza».

Ma ancora più importante di questo passaggio dovuto nell’attuale crisi di governo, Mattarella ha esplicitato il largo campo di azione che continuerà ad avere il governo dimissionario di Mario Draghi, che resterà in carico per i cosiddetti «affari correnti» fino all’insediamento del suo successore.

La lista

L’esatta natura degli affari correnti di cui è titolato a occuparsi un governo dimissionario non è mai stata determinata con precisione. Lo stesso Mattarella si è limitato a dire che in questa fase «è noto che il governo incontra limitazioni».

Ma subito dopo, il presidente ha precisato che «il periodo che attraversiamo non consente pause per contrastare gli effetti della crisi economico-sociale» e gli altri difficili temi che toccano il nostro paese.

Mattarella ha elencato gli ambiti nei quali c’è da attendersi un’azione del governo che andrà al di là della più stretta definzione di «affari correnti». Il primo che ha citato è l’inflazione, soprattutto quella dell’energia e dei beni alimentari che hanno «pesanti conseguenze per famiglie e imprese».

Secondo punto è il contrasto «alla guerra della Russia in Ucraina», un tema che si tradurrà con ogni probabilità nell’approvazione da parte del governo di un nuovo decreto per l’invio di armi nel paese.

Mattarella ha poi citato la «collaborazione europea e internazionale» e ha sottolineato le esigenze del Pnrr, che dovrà proseguire nella sua attuazione «nei tempi concordati». Infine, ultimo tema su cui l’azione del governo non dovrà «incontrare pausa» è quello della pandemia che, ha detto Mattarella, continua a essere «pericolosamente diffusa».

Il presidente della Repubblica ha concluso dicendo che, su questi temi «mi auguro che pur nell’intensa dialettica elettorale vi sia da parte di tutti un contributo costruttivo nell’interesse superiore dell’Italia».

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