- I recenti dibattiti su settimana corta, reddito di cittadinanza, intelligenza artificiale, salario minimo ci dicono che stiamo vivendo una rivoluzione
- Al centro di questo cambiamento c’è un processo tecnologico irreversibile che potrebbe portare a un’opportunità: la tecnologia non sostituirà l’uomo nel consumo, ma lo emanciperà lasciandolo libero di concentrarsi sui suoi sogni.
- Ma dopo millenni di civiltà basata sul lavoro saremo in grado di gestire questo cambiamento? La politica ha il compito di concepire uno spazio di dignità e cittadinanza oltre l’occupazione per costruire una “Repubblica fondata sul vivere”.
Che cosa succede a una “Repubblica fondata sul lavoro” se proprio il lavoro non è più così al centro della nostra esistenza? La domanda sembra formulata apposta per soddisfare le utopie dei fannulloni, ma in realtà è uno scenario nel quale abbiamo possibilità concrete di ritrovarci, e non certo per amore dell’indolenza. La settimana corta, guardata con interesse da mezza Europa, la revisione del reddito di cittadinanza, gli allarmi sulle figure professionali messe a rischio dalle intelligenze



