- Una donna, giovane, un soggetto del tutto “imprevisto” in un campo dominato da uomini di mezz’età, assume la guida di un partito sofferente, convalescente.
- La sua elezione a «segretaria» appare già una «piccola grande rivoluzione» per quella declinazione al femminile che a sinistra ha faticato così a lungo a tradursi in realtà.
- Ma ci sono altri aspetti di novità in questa impresa coronata da un successo inaspettato, che rappresentano altrettante sfide. Come la costruzione del “noi”.
«Anche stavolta non ci hanno visto arrivare»: Elly Schlein lo dice ai cronisti, e lo ripete ai suoi, nella sera in cui le primarie del Partito democratico le consegnano una vittoria che sembrava impossibile. Una donna, giovane, un soggetto del tutto “imprevisto” in un campo dominato da uomini di mezz’età, assume la guida di una forza politica uscita con le ossa rotte dalle elezioni del 25 settembre e, di nuovo, dalle regionali di poche settimane fa. Un partito sofferente, convalescente, che è



