«The Worst of All Time». Più che un messaggio ufficiale diffuso in mondovisione, come tutto quello che scrive il tycoon dalla chioma d’oro su internet, è sembrato un sms mandato a sua moglie per lamentarsi dei fotografi
«The Worst of All Time». Questa è la definizione per nulla enfatica che Donald Trump dà della foto che il Time Magazine ha usato come copertina per il numero dedicato alla sua missione di pace. «Time Magazine wrote a relatively good story about me», scrive su Truth il presidente degli Stati Uniti tra il piccato e l’indignato, ma il problema sono i capelli. Li hanno cancellati, mi hanno inquadrato dal basso, sembra che io abbia una strana corona che mi galleggia sulla testa, dice.
Più che un messaggio ufficiale diffuso in mondovisione, come tutto quello che scrive il tycoon dalla chioma d’oro su internet, sembra un sms mandato a sua moglie per lamentarsi dei fotografi; del resto, chi non si è sentito mancare la terra sotto i piedi alla vista di uno scatto infelice? E io che pensavo di avere un profilo greco, invece ecco qua, Cyrano de Bergerac (in questo caso la rimozione del tag non basta). Il personale, per non dire l’intimo, non è mai stato così politico, e la cover di uno dei giornali più importanti d’America vale più del suo contenuto.
A fare da sottofondo a questo sbattimento di piedi virtuale, capriccio a reti unificate, non è altro che il ritornello infantile che accompagna qualsiasi gesto dell’uomo più potente del mondo. Non vinco le elezioni? La mia gang di fulminati viene a prendersi il Campidoglio. Una giornalista mi fa una domanda in conferenza stampa? Le dico che ero troppo distratto dalla sua bellezza per ascoltarla.
Forse il vero senso del MAGA, che tanto rivendica la superiorità estetica e morale delle atmosfere teen con cheerleader e quarterback portate via dal woke, è quello di tornare all’adolescenza, fase della vita che per bulli, mitomani e figli di papà è stata sicuramente molto great.
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