- Non rido per quello che fa ridere mia figlia: ma non è una questione generazionale, solo di fasi della vita.
- Capisco l’impulso analitico che porta a usare le generazioni come etichette, ma in realtà appiattiscono l’identità di milioni di persone.
- Dovremmo però riflettere sulle potenzialità di mescolare persone di età molto diverse sul posto di lavoro e nelle comunità in un modo che promuova la collaborazione
Mia figlia mi mostra una serie di video divertenti. Rido appena, lei si innervosisce. Mi fa: “Lo sapevo.” Sapeva cioè che non avrei riso, e che, mi spiega, non l’avrei fatto perché non capisco quel tipo di umorismo, e la ragione per cui non lo capisco è che appartengo a un tempo diverso dal suo: non so cosa diverte i ragazzini di oggi. Fasi, non generazioni In realtà quel tipo di umorismo lo capisco eccome, e so che funziona, e so anche perché funziona. Ma rido poco. Sebbene sia un umorismo



