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L’iniziativa di pace: se non ora, quando?

  • La recente dichiarazione di Putin sulla disponibilità russa ai negoziati indebolisce l’argomento «bisogna essere in due per volere una tregua»
  • Ma soprattutto rinvigorisce le ragioni dell’appello di Europe for Peace, presentato nel giugno scorso alla sede italiana del Parlamento europeo.
  • Una sua rilettura è opportuna oggi, quando Europe for Peace e la rete di associazioni che la sostiene ufficializza la sua partecipazione alla manifestazione nazionale del 5 novembre: troppo poco i contenuti di questo appello sono stati discussi sulla grande stampa e nei media, mentre sono un elemento imprescindibile del coraggioso confronto che Domani ha aperto fra sostenitori e oppositori dell’apertura di negoziati per la pace.

Molti pensano che non sia ora il momento di una richiesta di pace: una tregua non servirebbe che a dar fiato alle forze militari molto provate dell’invasore, proprio ora che l’offensiva ucraina potrebbe rivelarsi risolutrice. Ragionare in questo modo, tuttavia, non è abbracciare di tutto cuore l’idea che la guerra sia un mezzo per risolvere le controversie internazionali, contro il dettato della nostra Costituzione? Finora si è obiettato che l’art. 11, nella prima clausola, ripudia la guerra

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