Luigi Zoja ha appena pubblicato per Einaudi Perché il mondo sta rinunciando al sesso. Questo articolo ne anticipa l’analisi. 

In tutto l’Occidente le attività sessuali stanno crollando. Per molti suona come una novità. Invece è un fatto noto: la vera sorpresa è che non se ne parli. Anzi, che molti – psicoanalisti inclusi - credano che la sessualità si stia espandendo. Altri pensano che i giovani siano troppo promiscui: in realtà, sono più astinenti e monogami dei loro genitori.

Come capita spesso, è probabile che questa tendenza venga poco alla volta imitata dai paesi meno sviluppati. Già buona parte dell’Asia è nelle nostre condizioni. Il problema è di tale complessità che qualunque spiegazione può essere, a sua volta, solo complessa e parziale.

Comunque, se non si studia il calo dell’eros, non ha senso lamentarsi per le poche nascite e fare leggi per sostenere la natalità: malgrado i progressi delle fecondazioni artificiali, la quasi totalità dei bambini nasce ancora da rapporti sessuali tradizionali.

La normalizzazione del sesso

Quella psicoanalitica è fra le importanti rivoluzioni del Novecento. Sigmund Freud scoprì che la repressione della sessualità portava alla nevrosi. Malgrado infinite polemiche, poco alla volta il suo punto di vista si è imposto. Sebbene Freud non fosse femminista, una delle conseguenze è la scoperta della sessualità femminile.

Le convenzioni borghesi volevano che alla donna interessassero solo i figli: la psicanalisi le restituisce il godimento. Esportato negli Stati Uniti, il nuovo sapere diventa conoscenza di massa. Nella seconda metà del secolo, grandi inchieste come il Rapporto Kinsey studiano la sessualità degli americani.

Attraverso tirature milionarie e dibattiti sui mezzi di comunicazione, lo studio scientifico della sessualità porta alla luce eventi che già esitevano ma non erano nominati: la masturbazione, l’infedeltà, persino le fantasie erotiche di chi non trasgredisce. Come all’inizio della Bibbia, nominare fa esistere. Gli anni Sessanta e Settanta assistono alla cosiddetta “rivoluzione sessuale”.

La psicoanalisi torna in Europa e si combina ai movimenti politici. La popolarizzazione di psicanalisi e sesso offre nuove opportunità commerciali. Il cinema e i periodici si sessualizzano anche in Italia, in contrasto con l’eredità fascista e la presenza della Chiesa.

Si depenalizza l’adulterio, l’omosessualità, l’interruzione di gravidanza. In sostanza, durante la seconda metà del Novecento aumentano dappertutto sia la quantità di sesso, sia le sue forme considerate “normali”.

Questa constatazione è, in parte, indiretta. Tutti notano che il messaggio pubblico (stampa, TV) si sessualizza. Più difficile è sapere cosa avviene in privato, fra le lenzuola. Si intuisce che la sessualizzazione arriva lì, ma mancano prove.

Una relativa eccezione è la Gran Bretagna, dove già a fine Novecento delle istituzioni pubbliche classificano la sessualità dei cittadini.

Lo scopo iniziale era contrastare l’Aids, ma il risultato è più vasto: il Natsal (National Survey of Sexual Attitudes and Lifestyles) fotografa tutti i comportamenti sessuali britannici, lungo diverse generazioni: studia ogni categoria di età, e i Natsal si ripetono nel tempo.

Dopo la rivoluzione

Ecco i risultati. La “rivoluzione sessuale” degli anni Sessanta e Settanta ha lasciato una traccia nei comportamenti. Chi l’ha vissuta rimane, anche nei decenni seguenti, particolarmente vivace sia per quantità che per tipi di attività sessuale. Con la fine del Novecento, il diagramma di questa crescita si appiattisce, la sessualità pare stabilizzarsi.

Col Duemila inizia invece una vera diminuzione: che è netta soprattutto fra i più giovani, quindi sarà ancor più evidente man mano che questi sostituiranno la generazione sessualmente più attiva.

Lo è fra gli eterosessuali, non fra gli omosessuali: i quali però in Gran Bretagna restano entro l’1-1,5 per cento. Il sesso cala per la “maggioranza sessuale tradizionale”, anche perché è sempre più composta da single. Le “minoranze sessuali” rimangono statisticamente minime.

La riduzione avviene negli individui “etero”, cioè la quasi totalità. L’allarme dei benpensanti per una crescita di condotte “non normali” resta infondato. Tutto questo è ribadito ora dalle ricerche di altri paesi: negli Stati Uniti e in Germania la constatazione del calo è uguale o ancor più netta.

La scomparsa del corpo

Cercando una prima risposta agli interrogativi che i dati pongono, riflettiamo sull’abuso degli schermi. Si dovrebbe arrivare alla sessualità matura crescendo in armonia col proprio corpo, poi conoscendone gradualmente altri e lasciandosene attrarre.

Per tutta la storia dell’umanità, i genitori fornivano il modello di corpo adulto: non era difficile assomigliare a loro, anche a causa della genetica. Poi sono arrivati cinema e riviste, a frustrarci sottolineando che esistevano corpi migliori del nostro.

Ma da quando ogni adolescente ha uno smartphone, può ogni giorno sbirciare su Instagram migliaia di coetanei più attraenti di lui/lei, tutti irraggiungibili: gli influencer sono persino ricchi e famosi.

Schiacciato dal confronto, non accetta il proprio corpo: oltre a cause di diverso genere, vengono da qui fenomeni come tagliarsi o automutilarsi. Questo adolescente non scopre più il sesso attraverso carezze sempre più intime tra partners.

Le immagini pornografiche percorrono internet letteralmente a miliardi, mettere i minorenni al sicuro è una illusione. Il giovane oggi incontra per la prima volta un reale corpo nudo avendone già visti infiniti sugli schermi.

Dei due elementi che Freud considerava necessari a una buona sessualità – l’istinto e la tenerezza – conosce solo il primo. Ma anche nella esecuzione “ginnica” della sessualità trova ostacoli nuovi.

Se – come molte femmine e la quasi totalità dei maschi – ha usato siti porno, sarà spaventato dal confronto.

Lì, il maschio ha una erezione permanente e la donna è sottomessa a tutti i desideri di lui. L’onnipresenza silenziosa del porno è un elemento che, insieme al peggioramento delle televisioni commerciali, ha favorito ciò che ho spesso chiamato “maschilismo di ritorno del Duemila”.

Certe prestazioni erotiche sono praticamente impossibili nella vita reale. Ma l’adolescente non lo sa: nel dubbio, se ne tiene lontano, rinvia la sessualità. L’età del primo rapporto, che nel secolo scorso scendeva, ora seguita ad alzarsi.

Espandendosi, quasi tutte le attività umane incontrano limiti naturali. Oltre a quello sessuale, l’istinto che meglio conosciamo è quello di nutrirsi. Anche il cibo che consideriamo più appetitoso, superati certi limiti porta sazietà e poi nausea.

Data l’importanza del fenomeno, ci si aspetterebbe che suscitasse grandi dibattiti. Incredibilmente, se ne parla ben poco. Di fronte ai problemi sgradevoli, aveva detto Freud, entra in gioco la “negazione”. Nel nostro caso, si alzano le spalle dicendo “Sarà una fase passeggera”: ma è una tendenza ormai verificata nei decenni.

L’estinzione

Il rifiuto dell’evidenza è aumentato in molti campi, lo vediamo in politica o di fronte al cambio climatico. Del resto, discutendo il controllo degli istinti, già nel 1912 il pessimismo di Freud ipotizzava che, nel lungo periodo, “… il pericolo di estinzione del genere umano in seguito alla sua evoluzione civile non possa essere evitato”. In un certo senso, Freud presentiva la deriva che ora fronteggiamo.

Per contrastarla, si mettono in moto altre negazioni. Certi autocrati si procurano un mondo di fantasie autonomo, estraneo a quello reale. Putin non perde occasione per attaccare omosessualità e transessualità.

Alla cerimonia, strettamente politica, di incorporazione nella Russia di quattro province ucraine, ha affermato che il disordine sessuale sta portando l’Occidente verso “… il degrado e l’estinzione”. Come in tutte le fantasie paranoiche, c’è qualcosa di vero.

Ma perché dovrebbe riguardare l’Occidente e non la Russia? Nella post-modernità il sesso e i rapporti fra i sessi stanno subendo scossoni senza precedenti.

In Russia, il femminicidio è del 1.000 per cento più alto che nel resto dell’Europa. Uccidere la propria partner è l’estrema rinuncia al rapporto erotico, sostituito da quello violento: non potrebbe essere anche questo un cammino verso il degrado e l’estinzione?

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