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Il mondo è difficile e quindi lo semplifichiamo (un po’ troppo)

A protester, supporter of Brazil's former President Jair Bolsonaro, empties a fire extinguisher after protesters stormed Planalto Palace in Brasilia, Brazil, Sunday, Jan. 8, 2023. Planalto is the official workplace of the president. (AP Photo/Eraldo Peres) Associated Press/LaPresse Only Italy and Spain
A protester, supporter of Brazil's former President Jair Bolsonaro, empties a fire extinguisher after protesters stormed Planalto Palace in Brasilia, Brazil, Sunday, Jan. 8, 2023. Planalto is the official workplace of the president. (AP Photo/Eraldo Peres) Associated Press/LaPresse Only Italy and Spain
  • In queste settimane le immagini delle rivolte di Brasilia, Teheran e le contestazioni di Roma si sono sovrapposte in un parallelismo che ha finito per rendere difficile distinguerle. 
  • Già alla fine degli anni Trenta Walter Benjamin aveva ragionato su come assorbiamo la realtà attraverso i media
  • La natura dinamica delle immagini in movimento toglie profondità ai contenuti, costringendoci a un’esperienza più “distraente” e immediata.

Forse sarà capitato anche a voi queste settimane: guardando un Tg, o scrollando i tweet vi sono passate davanti, senza soluzione di continuità, immagini simili di proteste di piazza, cariche della polizia, slogan, striscioni e palazzi imbrattati di vernice. Occorre prestare un po’ di attenzione supplementare per comprendere che, da un filmato all’altro, manifestanti e contesti sono molto diversi. Di certo le persone con la maglia verde-oro non vogliono le stesse cose delle donne che stanno

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