Il momento del revisionismo

Il problema del fascismo erano i fascisti, non gli antifascisti: risposta a Galli della Loggia

24/04/2017 Roma, Rai 1, trasmissione televisiva Porta a Porta, nella foto Ernesto Galli della Loggia
24/04/2017 Roma, Rai 1, trasmissione televisiva Porta a Porta, nella foto Ernesto Galli della Loggia
  • La differenza fra Italia e Germania nei conti col passato deriva forse anche dalla scelta alleata di andar leggeri con l'Italia, frontiera della guerra fredda che già si profilava, e di processare invece il nazismo, condannando a morte a Norimberga i gerarchi che non avevano già fatto da soli, famiglie incluse.
  • Le terribili immagini delle cataste di morti ammucchiate nei lager servivano a smentire in anticipo chi avrebbe poi negato tutto.
  • Non l'abiura era necessaria, ma una riflessione corale, profonda, non auto-assolutoria, come nella frase “Italiani brava gente”, menzogna smentita dalle carneficine perpetrate nei Balcani, in Etiopia, in Libia. Eppure difendevano la loro identità, che in futuro magari “si porterà” meglio dell'antifascismo.

Per Ernesto Galli della Loggia (Corriere della Sera, 3 Ottobre): «Quest'anno si è portato molto il tema 'ma perché siamo ancora fascisti' declinato anche come 'Non abbiamo fatto i conti col fascismo' e così via moraleggiando e biasimando». I primi a non fare i conti col fascismo furono per lui gli antifascisti post-bellici. Cita la dichiarazione del governo Bonomi, espresso dal Comitato di Liberazione Nazionale (Cln): «Soltanto il fascismo è responsabile...dell'ingresso nella guerra...». Essa

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