L’ingresso nella Sco

L’Iran che reprime i manifestanti è sempre più vicino alla Cina

Protesters shout slogans during a protest against the death of Iranian Mahsa Amini, at central Syntagma square, in Athens, Greece, Saturday, Sept. 24, 2022. The 22-year-old woman, who died in Iran while in police custody, was arrested by Iran's morality police for allegedly violating its strictly-enforced dress code. (AP Photo/Yorgos Karahalis)
Protesters shout slogans during a protest against the death of Iranian Mahsa Amini, at central Syntagma square, in Athens, Greece, Saturday, Sept. 24, 2022. The 22-year-old woman, who died in Iran while in police custody, was arrested by Iran's morality police for allegedly violating its strictly-enforced dress code. (AP Photo/Yorgos Karahalis)
  • Al summit annuale dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai l’Iran ha iniziato il percorso per diventare membro dell’organizzazione a guida cinese.
  • C’è un nesso simbolico che lega la repressione violenta delle proteste in Iran e il lungo corteggiamento di Tehran a Pechino.
  • Nella crescente polarizzazione globale la Cina gioca una parte ancora ambigua.

Mentre la notizia che Masha Amini, la ventiduenne arrestata dalla polizia morale iraniana per non aver indossato correttamente il velo, moriva in un ospedale di Tehran raggiungeva i social media in Iran e nel mondo, il presidente iraniano Ebrahim Raisi era a Samarcanda a firmare il memorandum che ha dato ufficialmente inizio al percorso che porterà la Repubblica islamica a diventare membro dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (conosciuta con l’acronimo inglese Sco). Una sovrapp

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