IL LASCITO DEL FASCISMO

L’Italia è una Repubblica fondata sul razzismo

  • Quando entrò in vigore, il primo gennaio 1948, la Carta sembrò cominciare una nuova èra e chiudere con il recente passato fascista. In realtà, la Repubblica non ha rispettato le sue promesse.
  • Silvana Patriarca, nel suo Il colore della Repubblica. “Figli della guerra” e razzismo nell’Italia postfascista, scrive: «Se nella nuova Repubblica democratica l’idea di razza non era più accettabile se applicata agli ebrei, la stessa continuava a essere accettabile se applicata a persone dalla pelle più scura».
  • Per provare la forza di questo stereotipo, Patriarca studia il fenomeno dei bimbi nati da relazioni, sia violente come nei casi di stupro, sia volontarie (la maggioranza), tra donne italiane e soldati neri. Bambini che vennero identificati con termini come “misti”, “meticci”, “birazziali”, “mulattini”.

L’articolo 3 della Costituzione dichiara che la Repubblica italiana stabilisce l’uguaglianza civile e politica di tutti i cittadini, «senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Quando entrò in vigore, il primo gennaio 1948, la Carta sembrò cominciare una nuova èra e chiudere con il recente passato fascista. In realtà, la nuova Italia era nata vecchia sotto molti riguardi, certamente quello della razza a giudicare dal

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