Il replay a ritmo di samba dell’assalto a Capitol Hill del gennaio dello scorso anno ha disvelato il vero pericolo che corrono le democrazie occidentali.  Per un decennio lo spettro che si aggirava aveva le sembianze del populismo. Una sindrome illiberale che andava all’assalto delle istituzioni rappresentative per reclamare una democrazia perfetta e assoluta, in realtà un sogno infantile ma foriero di disastri.

La declinazione populista affibbiata a tanti fenomeni diversi di contestazione delle forze politiche tradizionali ha annebbiato una realtà ben più inquietante.  

Che il pericolo per la democrazia non viene dall’altrove populista bensì da destra, dalla estrema destra, perché in quell’area politica l’ostilità al liberalismo si coniuga con lo svilimento della democrazia.

E’ a destra che si negano i principi dell’Illuminismo su cui si fonda la civiltà occidentale. Principi contro i quali Fratelli d’Italia si è scagliato nel suo ultimo congresso nazionale con il manifesto ideologico delle cosiddette Tesi di Trieste.

Quanto questo pericolo sia reale lo evidenziano gli ultimi eventi. In primis l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 con cui la destra repubblicana ha rivelato la sua anima antisistemica; una ferita che continua a infettare le istituzioni americane tanto che  molti elettori, rappresentanti locali e membri del Senato e del Congresso continuano a considerare quell’insurrezione se non legittima, quanto meno giustificabile per i fantomatici  brogli elettorali.

Oggi si aggiungono i golpisti di Jair Bolsonaro  con la devastazione dei centri del potere democratico brasiliano.

Ancora poche settimane fa gli apparati di sicurezza tedeschi  hanno smantellato una organizzazione di estremisti che stava preparando, con la partecipazione di figure d’élite dell’esercito, un colpo di stato con tanto di attacco armato al Reichstag.

Gli episodi di quest’ultimo anno chiariscono la differenza tra quei populisti che chiedevano una impossibile perfezione democratica senza debordare nell’autoritarismo e questi estremisti di destra che invece contestano alla radice il sistema liberal-democratico e usano ancora la forza, l’atto esemplare e violento, per affermare la loro volontà al di là di ogni regola. 

Che il nostro governo sia presieduto da chi proviene da quella cultura politica, sulla quale  nella conferenza stampa di fine anno non ha trovato nulla da contestare, anzi, lascia un filo di inquietudine anche da noi.

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