SCENARI

Le proteste di questo tempo sono enormi, digitali e inutili

  • Negli ultimi vent’anni le mobilitazioni popolari sono cresciute a dismisura ma hanno progressivamente perso la capacità di influenzare le decisioni nelle democrazie, figurarsi quella di rovesciare i regimi.
  • È l’effetto paradossale di una piazza globale che ha fin troppi mezzi per far sentire la propria voce, e perciò s’illude che non ci sia bisogno della fase “politica”.
  • L’articolo fa parte del nuovo numero di Scenari: “La piazza e il regime”, in edicola e in digitale da venerdì 16 dicembre.

Dall’uccisione di Mahsa Amini il 16 settembre centinaia di migliaia di persone hanno manifestato in oltre 80 città dell’Iran, capeggiate dalle donne che si tagliano ciocche di capelli in segno di protesta. Secondo le stime (per difetto) dell’organizzazione Iran Human Rights, dall’inizio delle proteste fino al 10 dicembre almeno 458 manifestanti sono stati uccisi negli scontri con la polizia, migliaia sono stati arrestati e 11 sono stati condannati a morte dopo rapidi processi sommari. Due e

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