- Sarebbe bene che il parlamento iniziasse a discutere di legge elettorale prima possibile, perché ridursi all’ultimo, cioè vicino alla scadenza elettorale, consegna nelle mani di chi non vuole cambiare nulla l’occasione di menare il can per l’aia e di avere gioco facile nel bloccare tutto.
- Preparare una riforma della legge elettorale è un modo per essere ragionevolmente certi che il risultato sia possibile. Rinviare ancora comporta il serio rischio di arrivare all’ultimo momento e di non farcela.
- La legge elettorale in vigore ha profili evidenti di incostituzionalità, consente ai capi partito di imporre di fatto l’elezione dei fedelissimi. Basta metterli nel posto giusto di lista con uno dei diversi meccanismi previsti attualmente.
La Camera sta discutendo e dovrebbe approvare a giorni una modifica della Costituzione che consentirà di eleggere i senatori su base circoscrizionale e non più su base regionale. Questa modifica si è resa necessaria dopo l’entrata in vigore del taglio dei parlamentari (400 deputati e 200 senatori) che sarà in vigore dalle prossime elezioni politiche. Le regioni più piccole hanno la garanzia di avere eletti tre senatori (uno in Val d’Aosta) ma questo è anche il limite che rende praticamente im



