Aver delegato totalmente alla dimensione emotiva, esperienziale e narrativa la riflessione sulla Shoah ha prodotto il disastro paventato in questi giorni. Occorre ripensare problematicamente la riflessione sulla memoria collettiva, a partire da chi, come Primo Levi, Annette Wiewiorka, Paul Ricoeur, molti altri, già dalla fine del novecento ragionava a quello che sarebbe accaduto “dopo l’ultimo testimone”
Il prossimo Giorno della memoria, in qualunque modo andrà, sarà un disastro. Non solo per le ragioni descritte e paventate da Davide Assael su queste pagine. E nemmeno a causa della messe di polemiche, manipolazioni, propaganda, che si sta già accompagnando in modo imprevedibile, spesso guasto, al dibattito di storici, intellettuali che in questi giorni abbiamo letto sui giornali. Dibattito anche questo spesso squalificato e strumentale. Stiamo parlando della sua funzione pedagogica nelle scuole



