La nostra democrazia affronterà in questo settembre un passaggio decisivo carico di conseguenze. Il 25 settembre il popolo italiano sarà chiamato alle urne per le elezioni politiche che daranno vita alla XIX legislatura.
La nostra è una democrazia ancora giovane. È al nostro popolo, innanzitutto, che ci rivolgiamo.
Da Casa Cervi, uno dei luoghi di memoria del paese, dove la nostra democrazia è nata, con un prezzo altissimo. È la casa dei sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943.
Stiamo affrontando sfide enormi, che cambiano il mondo e la nostra vita, e quella delle nuove generazioni.

Circondati dalle guerre, dentro le crisi climatiche ed energetiche, in un sistema sociale costantemente sotto pressione sul lavoro, sulla salute, sul futuro, abitiamo un mondo che è esposto a cambiamenti molto profondi. Gli equilibri del passato dimostrano di non reggere più, mentre il potere delle armi, dell’economia e dell’interesse di pochi sembra dominare la scena di fronte ad una politica smarrita.

Il presidio della democrazia

La prima sfida è la fiducia nella democrazia, innanzitutto da parte dei cittadini. Il voto è partecipazione, responsabilità, scelta. Rinunciare al voto è l’esatto opposto, un atto contrario alla responsabilità civile, una mutilazione, perfino un tradimento dei sacrifici costati per conquistare la democrazia, un torto a quegli italiani che hanno creduto e agito nella storia verso la libertà di tutti.

Contiamo sulla volontà del popolo italiano di essere il sovrano della Repubblica, secondo l’articolo 1 della Costituzione e, dunque, il primo presidio della democrazia. È il popolo la chiave della democrazia. Con il suo voto il popolo ha il potere di tenere aperto l’orizzonte sul futuro.
L’orizzonte sulla Costituzione e i suoi fondamenti, sempre motore di progresso nella realizzazione dei suoi princìpi.
L’orizzonte sull’Unione europea, sui valori che la costituiscono, secondo il sogno di Ventotene e le conquiste delle generazioni di europei che si sono incontrati e uniti via via nella storia del nostro continente.
Infine l’orizzonte sulla politica, fondamentale per la tenuta della società civile e del patto tra generazioni, il tessuto della convivenza, la trama della comunità, il fondamento di ogni speranza.

Una scommessa nel futuro

La nostra giovane Repubblica richiede ancora molta cura. Abbiano cura della Repubblica le migliori energie del paese, della Repubblica democratica e antifascista nata dalla Resistenza.
Il mappamondo di casa Cervi ci ricorda tutto questo.
I prossimi anni, dall’8 settembre 2023 al 25 aprile 2025, ricorderemo l’ottantesimo anniversario della Resistenza, della Liberazione, della fine della guerra.
Celebrare la nascita della nuova Italia democratica vuol dire ritrovarne lo spirito e il vigore. I luoghi di memoria sono punti di riferimento indiscutibili, centri di interpretazione per l’identità democratica della nazione. Interlocutori della vita nel nostro paese, presidi per il mondo della scuola, riferimenti delle comunità.
Continueremo a coltivare la democrazia con tutte le nostre forze, attraverso il dialogo, il dibattito, la riflessione, la cultura, l’educazione, con i giovani, con i ragazzi, con tutto il popolo.
Il 25 aprile del 1945 consegnò alle generazioni future un’eredità degna dei loro sogni. Noi, cittadini di oggi, dobbiamo consegnare intatta al futuro la medesima eredità.

Perché questo sono, in fondo, le elezioni: una scommessa della cittadinanza nel futuro, la garanzia che la democrazia continua, un atto di fiducia verso la politica e le istituzioni. In fondo, sempre un gesto di coraggio, da parte di tutti.

È sempre il 25 aprile, nella vita della democrazia italiana.

Il calendario della storia ci ricorda la scelta tra due vie possibili della patria, in questo fosco centenario dal fascismo. La scelta della democrazia è esattamente la distanza che ci separa, non nel tempo ma nelle volontà, nelle coscienze e nei valori, da quel buco nero.
È una distanza morale. È una distanza umana.
Il compito di Casa Cervi oggi, e di tutti i luoghi e gli istituti di storia e memoria antifascista, è quello di stare in mezzo alla storia, non di lato. In mezzo al tempo, in mezzo alla società. Come allora. Per sostenerla, per ispirarla, un passo più avanti verso la democrazia, la Costituzione, l’uguaglianza, la giustizia, la pace.

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