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Non ci sono più alibi per i sanitari no-vax

  • La disciplina sull’obbligo vaccinale di medici e operatori sanitari, che prevede una sequenza di fasi “burocratiche” e banche dati da incrociare, ha presentato rilevanti difficoltà applicative. Ma soprattutto non era chiara la concreta modalità di sospensione dei non vaccinati.
  • Pochi giorni fa, il Ministero della Salute ha precisato che la sospensione discende automaticamente dalla legge. Dopo l’accertamento da parte dell’Asl, l’Ordine professionale deve annotare nell’Albo l’inosservanza dell’obbligo vaccinale; il datore di lavoro deve spostare il lavoratore non vaccinato o sospendergli lo stipendio.
  • Nelle more dei chiarimenti, erano state operate alcune forzature interpretative, e comunque la norma era rimasta non pienamente inapplicata. Ora non ci sono più alibi per non allontanare i no-vax dalle strutture di cura.

L’esigenza che le norme siano scritte in modo chiaro e certo è tanto più sentita quando si tratta della salute delle persone. È il caso della disposizione sull’obbligo vaccinale di medici e operatori sanitari. Disposizione evidentemente non proprio cristallina, dato che solo ora, dopo circa tre mesi dall’entrata in vigore del decreto-legge che ha introdotto l’obbligo (n. 44/2021), e a seguito di una nota di chiarimenti, è stato precisato come rendere operativa la principale conseguenza prevista

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