- L’occupazione in Italia rispetto allo stesso periodo di un anno fa è inferiore di 565mila unità. Contemporaneamente, i disoccupati aumentano di 652mila unità e gli inattivi calano di 306mila, restando però sopra la soglia dei 14 milioni.
- Sono dati molto negativi, che testimoniano come la crisi pandemica e le sue evoluzioni abbiano drammaticamente inciso anche sul lavoro.
- Ma il dato quantitativo non è il solo a cui prestare attenzione. Durante il lungo periodo di una pandemia, processi già precedentemente in atto sono aumentati e si sono aggravati.
L’occupazione in Italia rispetto allo stesso periodo di un anno fa è inferiore di 565mila unità. Contemporaneamente, i disoccupati aumentano di 652mila unità e gli inattivi calano di 306mila, restando però sopra la soglia dei 14 milioni. Dati in assoluto molto gravi, che vanno però commentati rispetto ai diversi fattori che li determinano. Il primo è strettamente legato alle dinamiche della pandemia; a marzo 2020, iniziarono i processi di blocco della produzione e le restrizioni alla mobilità



