- La riforma fiscale disegnata sotto il governo Draghi, senza praticamente opposizione avrebbe superato il sistema del regime forfettario, così come la cedolare secca degli immobili. L’opposizione alla riforma è arrivata solo quando alcuni partiti che pure l’avevano votata se ne sono resi conto.
- I primi provvedimenti di Meloni, il regime forfettario e la flat tax incrementale, si situano nel lungo solco dei provvedimenti fiscali, se non proprio ad personam, previsti a beneficio di pochi e specifici sottogruppi di contribuenti, e neppure di coloro in condizione di particolare bisogno o merito.
- Questa congerie di provvedimenti ha reso il nostro sistema fiscale, e in particolare l’Irpef, un insieme disarticolato di regimi speciali, sostitutivi e cedolari che è stato efficacemente definito “fisco à la carte”. Ma il problema rimane e Meloni dovrà decidere se continuare a disarticolare il fisco italiano.
In questi giorni molte analisi si soffermano sulle similitudini e sulle differenze tra le politiche economiche del governo Draghi e le prime decisioni del governo Meloni. Uno dei terreni su cui si evidenzia già una rilevante differenza è quello fiscale. Tra i primi provvedimenti del governo Meloni vi è l’innalzamento della soglia di fatturato per l’applicazione del cosiddetto “regime forfettario” che prevede l’applicazione di un’imposta, con aliquota pari al 15 per cento (la cosiddetta flat t



