- La sorpresa della vittoria di Schlein ci deve far interrogare su come è stata valutata e su come le categorie tradizionali sono divenute ormai incapaci di catturare la realtà.
- Chiamare pragmatico Bonaccini ha nascosto un’attitudine compromissoria, mentre chiamare identitaria e movimentista Schlein non ha colto il bisogno di coerenza verso i principi a cui il PD in teoria si richiamava
- L’essere chiari verso i principi definitori non è necessariamente un vezzo minoritario, mentre l’attitudine al compromesso ha indebolito la capacità negoziale del PD
Pochi si aspettavano la vittoria di Elly Schlein, un ribaltone da parte di simpatizzanti ed elettori abituati a seguire il partito fino all’irrilevanza elettorale. Se ora si moltiplicano coloro che avevano previsto o già sostenuto la vittoria di Schlein, non hanno mancato di far sentire la loro voce le cassandre. Gli sconfitti dentro il Pd e i centristi fuori lamentano il rischio di un Partito democratico appiattito su Giuseppe Conte. Da destra, invece, risuona il solito mantra di un Pd pura es



