- La questione della scarsa rappresentanza femminile in tv è tornata a galla nell’ultima puntata di Propaganda Live come in un’imprevista recita a soggetto, con attori capaci di rappresentare tutte le parti in commedia.
- La trasmissione simbolo della sinistra non è un esempio peggiore di altri, anzi brilla forse in positivo. Però il modo in cui gli uomini che ne sono responsabili affrontano la questione è rilevante almeno quanto la questione stessa.
- La lunga eredità della stagione dell’anti-berlusconismo ha conferito alla sinistra una presunzione di superiorità sul terreno della parità di genere, allontanando la capacità di guardare in casa propria. Solo che i tempi sono cambiati.
Il caso sollevato due settimane fa da Rula Jebreal, quando ha ritirato la sua partecipazione a Propaganda Live in protesta per la scarsa rappresentanza femminile, non si è chiuso con il discorso (un po’ impacciato) di Diego Bianchi a difesa della trasmissione de La7. Non solo perché, come tanti hanno notato, la pezza è apparsa peggiore del buco, con un richiamo alle «competenze» che è sembrato certificare lo sguardo miope dei creatori del programma verso i saperi e i talenti femminili. Ma anche



