Da quanto tempo esiste il Partito Russo in Italia? Matteo Salvini non è che l’ultimo di una lunga lista ad avere amici a Mosca.

Già nel dopoguerra il Pci non era il solo a guardare a est. Enrico Mattei fece in modo che l’Eni e l’Italia fossero i primi ad acquistare petrolio dall’Urss nel 1950. Acquisti che sono continuati per oltre settant’anni, fino alla sera dello scorso mercoledì 9 marzo.

Anche la Fiat aveva aperto, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, un grande stabilimento a Togliattigrad, che produceva auto per il mercato interno sovietico.

La Democrazia cristiana manteneva un dialogo aperto con Mosca e la politica italiana continuò a coltivare rapporti con la nuova Federazione Russa guidata da Boris Eltsin.

La vera svolta è arrivata con Vladimir Putin ai tempi di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha sempre governato con i dittatori al suo fianco, da Gheddafi a Mubarak, ma Putin è stato il suo vero grande amore.

Avrebbe ucciso per l’amato Vladimir, come dimostrò mimando il mitra verso una giornalista russa che aveva posto una domanda scomoda al presidente durante una conferenza stampa nel 2009.

Tre anni dopo l’assassinio di Anna Politkovskaja, la cronista che osò denunciare in patria l’orrore della Cecenia. Dal lettone regalato all’autocrate da Silvio per i suoi 65 anni, strabordava una grande quantità di denaro.

La dipendenza dal gas russo cresce a dismisura proprio durante i governi di Berlusconi, quando Eni e Gazprom siglano un accordo che garantisce all’Italia trent’anni di gas russo, dal 2005 al 2035.  La cosa incredibile è che ha continuato a crescere persino dopo l’invasione della Crimea nel 2014, fino a raggiungere il 44 per cento durante il governo Renzi.

Tornando ai nostri giorni, ci rimane l’imbarazzo della Lega davanti alla penosa vicenda di Matteo Salvini al confine polacco quando il sindaco di Przemysl gli ha sventolato davanti la maglietta con la faccia di Putin.

I vecchi amici italiani di Putin condividono con lui una forte fascinazione del passato, si credono e sognano grandi leader novecenteschi.

La Lega vuole tornare indietro ai tempi senza immigrazione, ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, all’inizio causa di tanta popolarità. Berlusconi voleva tornare indietro al boom degli anni Sessanta e una parte del vecchio Pci sognava l’Urss antiamericano. Questa è l’idea che li unisce: il sogno di un passato dorato.

La Russia è un Paese enorme, fortissimo dal punto di vista militare, ma già prima dell’invasione assisteva a un disastro economico. Vladimir Putin in questi suoi vent’anni al potere non ha avuto idee per modernizzare l’economia. Ha vissuto delle sue antiche risorse, gas e petrolio.

Il 24 febbraio scorso ha invaso l’Ucraina. Si dice che l’abbia fatto perché è vecchio, malato, pazzo. Quale sia la ragione, di certo voleva tornare indietro. Come dice Shakespeare, di Amleto, «c’è del metodo nella sua follia».

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