La morte di David Sassoli, il suo funerale ha segnato profondamente la vita politica del paese. È stato uno strano funerale di stato, in cui le forze politiche si sono autosilenziate, autoescluse, e il cardinale Matteo Zuppi si è impossessato dell'anima e del corpo di Sassoli, e anche della politica. Hanno parlato i familiari.

Ma la rivendicazione della cultura politica, e della cultura del cattolicesimo democratico. Ma quel silenzio del politica è stato interpretato da Zuppi: c'è bisogno del ritorno alla politica, è il messaggio del cardinale, e la politica è quella che ispirava l’azione di David Sassoli.

Oggi assistiamo a un tentativo: che la politica ritorni passando dal rinnovo del mandato di Mattarella, ma con l'idea che il rinnovo duri un tempo determinato.

Mattarella può accettare? Mi pare impossibile. Per molte ragioni, fra le quali perché dovrebbe abbandonare il ruolo di garante e protezione del governo che dovrebbe trovare una maggioranza politica nelle camere. Ma un'operazione difficile, spericolata.

Il funerale di Sassoli può avere un effetto più grave e più profondo persino delle stragi di Capaci che accompagnarono Scalfaro al Colle: perché il sistema oggi è più debole e più fragile.

Ma è un fatto che stia finendo il ricorso alla non politica. Il berlusconismo e il draghismo sono le varianti del virus dell'antipolitica, che ha agito per trentanni, assumendo vari nomi. Varianti che sono state un attacco al sistema immunitario della democrazia e della politica.

La distruzione della politica era così profonda che il presidente della Repubblica è corso ai ripari ricorrendo alla funzione provvidenziale di qualcuno al di fuori delle grandi competizioni politica. Ma da mesi è ricominciata una vitalità della politica, in entrambi gli schieramenti si comincia a capire che Berlusconi e Draghi non sono più la soluzione dei problemi.

Mattarella ha capito anche questo e per questo ha posto il problema della sua non rieleggibilità. Il male è profondo e non si risolve attraverso una sua rielezione che significherebbe semplicemente un trasferimento di un anno di un problema che non è risolvibile oggi.

Quando oggi sul feretro di Sassoli c’è chi dice "dovevamo farlo presidente della Repubblica" cosa dice? Dice: non abbiamo candidato uomini di quella generazione era perché è passata l'idea che la politica è infetta malata inutilizzabile, con tutto il suo personale politico.

Di fronte a questa situazione, ci vuole una risposta dei partiti. E la scadenza incombe come un macigno, non si può rinviare con la rielezione di Mattarella. Né, se Mattarella dovesse sottrarsi, non ci si può rifugiare in qualche ectoplasma. Ma nel centrodestra e nel centrosinistra in questi giorni abbiamo assistito a due falsi riti paralleli.

Il centrodestra ci prende per il fondelli: il vertice di Villa Grande è stata la commedia dell’inganno. Fanno giocare il vecchio al gioco dell’illusione, siamo all’inganno reciproco del gioco illusionistico. Alla fine dicono che che per il Colle serve una personalità di grande autorevolezza e invita Berlusconi a sciogliere la riserva. Ma come, consultando una maga?

Dall’altra direzione del Pd è stata deludente. Se mi avessero detto che era la registrazione di un dibatto di vent’anni sarei caduto nell’inganno. Il segretario fa riferimento alla scarsa forza politica, l’allusione è all’epoca renziana, ma nessuno che si chieda perché questa forza anche parlamentare non c’è più, perché hanno perso il popolo della sinistra.

Non c’è una parola, giusto si alza la flebile voce del ministro Orlando che spiega che il rischio che abbiamo di fronte è situazione sociale potenzialmente esplosiva.

Il ritorno della politica non trova il sistema politico capace di interpretarlo. Il centrodestra è impressionante. C’è un solo luogo della riflessione, ed è il mondo cattolico. 

Eppure il Pd potrebbe fare un atto di coraggio. Dire che al Colle non sono candidati né Draghi né Berlusconi. E disporsi a trovare un presidente della Repubblica e un presidente del consiglio, visto che Draghi potrebbe andarsene, forse anche per ragioni di dignità.

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