Brutta cosa l’euforia ottusa dei vincitori. Provate voi a far ragionare con lucidità certi hooligans del governo Meloni sulle scelte del nuovo esecutivo. Difficile. La vittoria li ha storditi. «L’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono», lo dice la Bibbia, sopra ogni sospetto. Forse l’unico modo per provare a farli ragionare è ricordare loro quella che Foscolo chiamava «l’alterna onnipotenza delle umane sorti»: oggi si vince, domani si perde; sic transit gloria mundi. E le norme che approvano oggi, domani si applicheranno anche a loro. Facciamo un esempio. Articolo 434-bis del Codice penale, appena introdotto, contiene la famosa norma anti rave. Prevede da tre fino a sei anni di carcere. «Consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica».

Dunque: cinquanta persone che si riuniscono in un qualsiasi luogo – anche pubblico, quindi anche una piazza – se può derivare un pericolo per ordine pubblico, incolumità e salute. Gli ultimi due si capiscono abbastanza bene, ma ordine pubblico resta un po’ vago. Regolare andamento del vivere civile? Sicurezza e tranquillità pubblica? Ma delle due l’una: o riteniamo che questo ordine pubblico sia a rischio quando possono essere commessi reati, e allora bastano i reati già esistenti; o significa qualcosa in più, che però resta irrimediabilmente rimesso alla discrezionalità dell’autorità procedente.

Continuiamo, e immaginiamo che, con questa norma in vigore, domani non ci sia più al governo la Meloni, ma che ci siano i cattivi, i comunisti. Anzi, peggio: un manipolo di sostenitori della teoria gender. Beh, lo sanno gli hooligans della Meloni che il Family day ha tutti i presupposti oggettivi per poter essere considerato «invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico»?

L’invasione di un luogo pubblico c’è; il numero minimo di cinquanta c’è; raduno, è raduno; e il pericolo per l’ordine pubblico c’è perché quei coloro che stanno al governo ritengono che una manifestazione contro le famiglie non tradizionali sia in violazione del principio di non discriminazione, che è certamente un principio di ordine pubblico.

Meglio la Costituzione

Sia chiaro: qui nessuno vuole arrestare i partecipanti al Family Day, figuriamoci. E nessuno sta dicendo che se in un rave party vengono commessi dei reati, questi non vadano perseguiti. Ma scusate: per gli omosessuali presi a calci o insultati per strada, bastavano i reati già esistenti, e per lo spaccio o un altro illecito in un rave party no?

Il punto è un altro. È che quando si mette le mani sul diritto penale, bisogna farlo bene, stando attenti ad evitare norme vaghe, come quella del nuovo articolo 434-bis, dove c’entra il rave di Modena e il Family Day del Circo massimo.

E, soprattutto, bisogno farlo rispettando la Costituzione, che – in una norma insuscettibile di revisione – ci dice che i cittadini sono liberi di riunirsi pacificamente e senz’armi, anche in un luogo pubblico, per qualunque ragione.

L’unica cosa che è richiesta è che i promotori si premurino di avvertire per tempo l’autorità pubblica, così che questa possa prendere le misure ritenute necessarie per garantire l’ordine. Solo questo: niente autorizzazione; solo un preavviso. Che libertà sarebbe se ci fosse bisogno di un’autorizzazione?

L’unica responsabilità penale è quella dei promotori se omettono questo preavviso, e basta. La manifestazione potrà anche essere sciolta se degenera, ma dalla sola partecipazione ad essa non deriverà comunque alcuna responsabilità criminale. Eventualmente, se in quella manifestazione saranno stati commessi dei reati, si perseguiranno quelli – e solo chi materialmente quei reati avrà commesso – ma è un po’ diverso dal metterti al gabbio solo perché hai partecipato.

E questo vale per un rave, per gli attivisti per il clima, per il Family Day, per una manifestazione religiosa, per un corteo sindacale, per una manifestazione studentesca, fosse anche per un corteo di nostalgici della monarchia. Quant’è bella la democrazia.

Alla fine, ragioniamoci: a conti fatti, non conviene anche a quelli di destra tenerci questa Costituzione invece del decreto della Meloni?

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