- L’incendio che sabato pomeriggio ha oscurato per gran parte del pomeriggio il cielo di Roma rischia di lasciarci con un senso di resa.
- L’immagine di una città lasciata in pasto alle fiamme è legata a un immaginario almeno bimillenario, da Nerone in poi, ma negli ultimi anni il fuoco è il simbolo della città ingovernata e ingovernabile.
- Tra l’era Raggi e quella Gualtieri sembra non esserci discontinuità, tra gli autobus che esplodono, i tmb (2018 Salario, 2022 Malagrotta) da cui scaturiscono fiamme così alte da somigliare a funghi atomici.
L’incendio che sabato pomeriggio ha oscurato per gran parte del pomeriggio il cielo di Roma rischia di lasciarci con un senso di resa. Ma se ci impegniamo a essere lucidi potremmo capire perché il rogo, l’ennesimo di queste ultime settimane, ci chiede un’attenzione duplice alle sfide che la politica dovrà affrontare nel prossimo futuro. Partiamo dalla reazione dei social, che non è stata nemmeno di sdegno, ma tra lo stupore e il sarcasmo, come di fronte a un trailer di un’apocalisse. L’immag



