- Fra le conferenze stampa del dopo voto quella che ha suscitato maggiore interesse, almeno ai miei occhi, è stata senza dubbio quella di Matteo Salvini.
- Dal 2018 il leader della Lega ha compiuto una serie tale di giravolte che nemmeno il suo fan più sfegatato avrebbe potuto seguirlo.
- La mancanza di autocritica aumenta il rischio di destabilizzare il nuovo governo. Non c’è da esserne troppo felici: un nuovo governo tecnico, o semi tale, sarebbe l’atto di certificazione notarile dell’agonizzante democrazia italiana.
A parte qualche punto percentuale in più o in meno, i risultati elettorali hanno rispettato i pronostici: Giorgia Meloni adottata come nuova salvatrice della patria dopo, in sequenza, Renzi, Grillo e Salvini; M5S catastrofico se rapportato al 2018, bene se ai sondaggi di tre mesi fa. Terzo polo ininfluente se non nel togliere seggi al centrosinistra; tonfo Pd, appena sopra il minimo storico delle scorse elezioni, e Lega. Registrato, finalmente, l’annuncio di un congresso del Partito democrati



