- Quale che sia il suo futuro, il Pd deve sceglierlo ora attraverso un «congresso«: ma dubitiamo fortemente che quanto si sta mettendo in moto abbia il respiro e la forza che sarebbero necessarie.
- Nel dibattito seguito alle elezioni è emerso il tema dello “scioglimento” del Pd: riteniamo che il tema sia mal posto, ma che nondimeno la questione rimane nell’ordine delle cose possibili.
- Un partito può certo decidere di «sciogliersi», ma in genere questo accade se e e quando appare pronta una soluzione di ricambio, qualcosa che si presuma e si spera possa salvare ma anche rilanciare le forze esistenti.
Alla fine del 2018, nelle conclusioni di un nostro precedente lavoro, ci eravamo posti una domanda: il Pd è un partito (ancora) «riformabile»? «Valeva la pena» impegnarsi a raddrizzare questo «legno storto», o non era meglio azzerare tutto? Quelle domande, naturalmente, sono ancora più stringenti, oggi, alla luce dei risultati del 25 settembre. E i dubbi sulla possibilità che questo partito si possa salvare sono ancora più diffusi. Quale che sia il suo futuro, il Pd deve sceglierlo ora attrav



