«Cambiare l’insegnamento della matematica. Renderlo meno astratto e più adeguato ai ragazzi»: tra le ormai molti dichiarazioni recenti del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara c’è anche questa, ripresa da vari quotidiani e interpretabile in diversi modi, tanto che si può essere fortemente in accordo o fortemente in disaccordo. Che cosa intendeva il ministro?  

Nell’attesa di toglierci i dubbi, possiamo riportare lo stato dell’arte della discussione sulla didattica della matematica in Italia.

Proprio la Commissione italiana per l’Insegnamento della Matematica (Ciim) ha spesso sostenuto un approccio concreto alla matematica, che parta anche dai cosiddetti “problemi di realtà”: un esempio per tutti di questo approccio è il progetto “Matematica per il cittadino” sviluppato all’inizio del millennio proprio in collaborazione con il ministero dell’Istruzione.

D’altra parte, è anche vero che la capacità di astrazione non è solo uno degli strumenti fondamentali della matematica, ma anche una competenza fondamentale da promuovere a scuola e per la quale l’educazione matematica può fare molto.

La soluzione quindi non può essere certo quella di rinunciarci, bensì di arrivarci attraverso un percorso graduale, inclusivo ed efficace che non perda per strada la maggior parte degli allievi.

In questo senso le parole del ministro potrebbero paradossalmente proprio rappresentare anche uno spunto di riflessione sull’insegnamento della matematica e sui suoi risultati.

Poche competenze 

Dobbiamo considerare anche (ma non solo) i risultati che i sistemi di valutazione nazionali e internazionale ci rimandano rispetto al grado di competenza matematica degli studenti italiani.

Ad esempio, proprio prima dell’estate lo studio Eurydice  – i analizzando i dati provenienti dall’indagine TIMSS (Trends in International Mathematics and Science Study) del 2019 e dall’indagine Pisa (Programme for International Student Assessment) del 2018, e quindi non valutando ancora l’impatto probabilmente negativo della didattica sviluppata durante la pandemia Covid-19 – ha messo in evidenza come in Italia la percentuale di studenti con competenze matematiche al di sotto dei livelli di base superi il 23 per cento.

Se pensiamo a quanto sia cruciale il ruolo della matematica per le sfide economiche, politiche, ambientali del mondo presente e soprattutto futuro, le difficoltà diffuse sul livello di alfabetizzazione matematica della popolazione studentesca rappresentano una emergenza educativa per il nostro paese.

Del resto in Italia il contesto culturale generale e, in particolare, la cultura scolastica, risentono ancora, tra le altre cose, delle vicende storiche avvenute all'inizio del secolo scorso e, in particolare, delle riforme da cui è nato l’impianto della scuola italiana, la riforma Gentile in primis.

Queste vicende storiche hanno sostenuto una prospettiva che assegna alla cultura umanistica un ruolo di superiorità rispetto al sapere matematico-scientifico-tecnologico, cosicché, ancora oggi spesso la matematica non è proprio percepita come parte integrante del patrimonio culturale: è facile sentire persone che rivestono posizioni di rilievo e decisionali vantarsi quasi della scarsa conoscenza matematica.

La matematica in realtà, come l’arte, la letteratura, la musica, le tradizioni culinarie ecc., è – dovrebbe essere – una parte fondamentale della cultura proprio perché  profondamente radicata nelle culture in cui si è sviluppata: espressione dei bisogni, dei gusti e delle sensibilità di tali culture.

Lavorare per migliorare l’insegnamento-apprendimento della matematica a tutti livelli scolastici significa quindi investire anche nello sviluppo e nella valorizzazione del patrimonio culturale, storico e creativo e concorrere alla riduzione delle disuguaglianze sociali ed economiche.

Come insegnare

Nell’epoca dei cambiamenti climatici e dell'esaurimento delle risorse i sistemi di istruzione hanno la responsabilità di sostenere lo sviluppo e il consolidamento delle competenze matematiche e delle abilità delle generazioni future.

Questi argomenti così cardinali non si possono affrontare se non attraverso il contributo della ricerca didattica rigorosa.

Per questa ragione il ministro dell’istruzione, se vuole perseguire l’obiettivo di un insegnamento matematico significativo e inclusivo, dovrebbe costituire urgentemente un tavolo di lavoro che coinvolga diverse competenze (dirigenti e insegnanti di matematica innovatori, esperti di didattica disciplinare) e anche dare finalmente attuazione alla riforma sulla formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria prevista dalla legge 79 del 29 giugno 2022. 

Come abbiamo scritto anche pochi mesi fa, la qualità dell’educazione matematica di base dipende dalla qualità e dalla formazione degli insegnanti. Non è più possibile ammettere che non esista un percorso specifico di formazione insegnanti per la scuola secondaria, di primo e secondo grado.

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