- In un solo colpo cancellati i trent’anni precedenti. Dalle pomposità celebrative del 23 maggio del 2022 alle furbizie e alle distrazioni della politica, alle prudenze della magistratura, alle esitazioni del giornalismo.
- I corsi e i ricorsi storici, mafia e antimafia che confusamente s'inseguono, la mafia che non si fa riconoscere e l'antimafia che si limita a fare la mossa. Religiosamente s'indigna.
- E intanto gli stessi commentatori che oggi inneggiano a Falcone, sempre oggi rivalutano Corrado Carnevale, l'eccellentissimo presidente della prima sezione della Cassazione che detestava Falcone e non vedeva l'ora di divorarsi il suo maxi processo.
È l’anno che ha cancellato in un solo colpo i trenta precedenti. Con la Sicilia che si è ribaltata, che è tornata un’altra volta a testa in giù. È l’anno di Renato Schifani che è diventato governatore, della docente palermitana di Giurisprudenza che ha definito “un obbrobrio” il maxi processo, è l’anno dell’impunità certificata nel «più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana» che è rimasto senza un solo colpevole. Fra il 23 maggio del 2022 e oggi hanno preso anche l’ultimo dei Cor



