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I sindaci sono la riserva inutilizzata del centrosinistra

LaPresse/Stefano Porta
LaPresse/Stefano Porta
  • Il sistema elettorale maggioritario a doppio turno, meritoriamente richiamato da Enrico Letta quale prospettiva strategica per il Pd, impose una dinamica bipolare e accrebbe la centralità dei capi coalizione, inducendo i partiti a operare una selezione più oculata dei candidati sindaco.

  • Fu una vera primavera civica e politica. Rutelli, Massimo Cacciari, Leoluca Orlando, Antonio Bassolino – solo per citare i maggiori – rappresentarono il riscatto politico nel momento topico dell’antipolitica.

  • Oggi i sindaci rappresentano un tesoro sottoutilizzato, un capitale umano, politico ed elettorale che il centrosinistra e il Pd hanno lasciato fermo in banca. Andrebbero fatti investimenti per rendere produttive quelle risorse.

In principio fu il 1993. L’anno dei sindaci. Eletti “direttamente” dagli elettori, capaci di catalizzare la voglia di cambiamento dopo l’annus horribilis del 1992, con la svalutazione della Lira e l’uscita (con il Regno Unito) dal sistema monetario europeo, e molto, troppo, altro. L’elezione dei sindaci rappresentò anche la sede dove sperimentare nuove dinamiche politiche, alleanze, e strategie. La sinistra vinse quasi ovunque nelle grandi città, il centro politico era disorientato, e mise alle

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