- La bella confusione, appena uscito con i Supercoralli di Einaudi, è l’alfa e l’omega della golosità. Ci sono due nomi che stimolano l’acquolina a chiunque su questo pianeta abbia un sentimento mitologico del cinema, e sono quelli di Federico Fellini e Luchino Visconti.
- Francesco Piccolo ha creato un suo portale nel multiverso del cinema al suo apogeo, in bilico verso il crepuscolo degli dei. E in questo multiverso si conquista il privilegio di camminare, come un temerario personaggio di Michael Crichton, a braccetto con i suoi due eroi, negli anni chiave che separano La strada e Senso da Otto e mezzo e Il Gattopardo.
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Lavorando da speleologo certosino, Francesco Piccolo ha confezionato un racconto a misura per il binge reader, il lettore a oltranza. Al capolinea, ti accorgi di aver assorbito una mole così pachidermica di informazioni e cortocircuiti subliminali che in quel portale di realtà parallela sei imprigionato per sempre.
Più o meno un’eternità fa, secondo le nostre misure correnti del time che goes by, e comunque nel secolo scorso, mi è capitato di comprare d’istinto un libro perché il titolo mi faceva simpatia. Era Scrivere è un tic: i segreti degli scrittori di Francesco Piccolo. Credevo di intravvedere in quelle prime quattro parole la disarmante autoconfessione di un tipo affetto da un peccato originale discretamente diffuso e universalmente negato: la tendenza alla grafomania. È un peccato molto invidia



