La “povertà di tempo” non ha a che fare solo con quante ore libere ci restano dopo che abbiamo assolto ai nostri impegni. C’entra invece col lavorare molte ore senza avere altra scelta
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Vi racconto quattro vite diverse. La prima: Elena va all’università. Studia intensamente, ma fa anche volontariato, gioca a pallavolo e ogni tanto tiene i figli dei vicini. La sera le si chiudono gli occhi, non esce quasi mai, è stressata. Vorrebbe solo raggiungere i propri obiettivi (laurearsi, non pesare più sui genitori). Spesso pensa: «Non ho mai tempo per niente!». La seconda vita è quella di Paolo, vedovo con due figli piccoli. Fa il pendolare fra un paesino e Milano, dove lavora come impi



