La mia settimana è cominciata con un trasloco di piante da un tetto a un altro. Nello specifico il tetto da cui partivano era degli amici Rosa Fanti e Carlo Cracco, che hanno lasciato la loro casa in zona Moscova per trasferirsi in una più grande di Corso di Porta Venezia.

Però hanno meno spazio per il verde e così eccomi tempestiva sulla loro traiettoria: «Vuoi prenderle tu le nostre piante?». Nella settimana di Orticola – la fiera di piante e fiori più amata dalle sciure – regalo non poteva essere più apprezzato. Per i milanesi circondarsi di ossigeno è considerato un lusso, non è un caso che il Bosco Verticale di Boeri che imitano anche in Cina, sia nato qui.

Ci si trasferisce nei quartieri in base a quanti alberi ci sono, il parco Sempione sta ai milanesi come la spiaggia di Fregene ai romani, per intendersi. Sono state inventate qui perfino le aree cani recintate, e ogni sera alle 18 per entrare in quelle belle c’è da fare la fila, e qualcuno specifica: «Guardi che serve il cane».

Dopo aver visto le foto, perfino la mia amica architetta del verde Francesca Benedetto, che insegna ad Harvard, mi ha chiesto se avessi bisogno di un progettino. A ogni modo, se c’è qualcuno che devo ringraziare a parte Rosa e Carlo, è il geometra Carmine che mi ha permesso di portare le piante su con la gru.

«L’ascensore non si usa per i traslochi», è l’altro diktat di tutte le portinaie milanesi. Ma avere i lavori in corso da due anni nel palazzo di fianco ha i suoi vantaggi, come conoscere il team di operai che ogni giorno vive appeso davanti al mio terrazzo. E che alla mia richiesta ha risposto: «E che problema c’è». Nella città in cui tutto è costoso, sono parole che commuovono. Tanto che ora guardo con meno fastidio il gigante che sta crescendo a dismisura qui davanti, e ho messo nel dimenticatoio la risposta di quando cercavo un garage: «Abbiamo già venduto tutto due anni fa».

Vita di quartiere

Da quando mi sono trasferita in Porta Venezia incontro spesso qualcuno che conosco. Roberto Pisoni boss di Sky, Paride Vitale e i suoi cani più famosi di lui, Diego Passoni, Mia Ceran con la prole, e da poco il designer Simone Rizzo di Sunnei che abita sopra il mio ristorante indiano preferito. L’altro giorno, a pranzo, nella trattoria sotto casa Pane al pane – dove si mangia benissimo ma se ambite al Beef Bar non fa per voi – sedevano il duo Colapesce e Dimartino.

Lo stesso giorno al Libraccio di Vittorio Veneto, il mio amico Carlo Piano, figlio di Renzo ed ex collega, presentava il suo libro Il torto, sul pluriomicida Donato Bilancia che aveva conosciuto quando era cronista a Genova.

«L’ho scritto per liberarmi di lui», diceva alla folla elegante e composta che lo ascoltava. Un po’ come l’abisso di Nietzsche che più lo guardi e più ti rapisce, lui raccontava di averlo incontrato in carcere e che gli avesse detto: «Non capisco cosa ci faccio qui in mezzo ai delinquenti». Un uomo che ha preso 13 ergastoli, ucciso 17 innocenti e che dopo averli ammazzati faceva una telefonatina ai genitori per sapere come stessero.

Tra le cose che mi hanno fatto sorridere raccontate da Carlo c’è che Bilancia era cresciuto nel quartiere di San Fruttuoso e avesse bazzicato il bar Cucciolo. Lo stesso in cui andava Beppe Grillo che gli amici di allora chiamavano “Porcellino”. Provo a ricordarmi soprattutto questo, così non cado nell’abisso di Bilancia pure io.

Al ristorante con Brooke

Durante la settimana sono partita per Roma dove è stato allestito il set della soap Beautiful in piazza Navona. Dopo aver conosciuto il cast a Los Angeles, alcuni amici dalle carriere blasonate nella moda mi hanno bombardata di messaggi che più o meno facevano così: «Ti prego facceli incontrare».

E così, complice l’ufficio stampa Mediaset Daniela Piu, siamo partiti. Non solo ospiti, ma addirittura comparse di fianco ai protagonisti, durante una sfilata dei Forrester. Lì ho incontrato di nuovo l’ideatore della soap Bradley Bell coi figli ventenni che già lavorano sul set. Abbiamo pranzato da Tucci col cast – Katherine Kelly Lang, per tutti Brooke, ha mangiato una cacio e pepe – e siamo ripartiti.

A Bologna il treno ha rallentato per le alluvioni, il nostro pensiero è andato lì. Ma a non farmi sentire troppo in colpa c’ha pensato la signora Gisella, con un messaggio su Instagram: «Mentre tolgo l’acqua dal garage guardo la foto di te con Brooke e mi torna il sorriso. Ma senti, lei è bella anche da vicino?».

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