- Per i primi decenni della mia vita non mi era mai passata per la testa l’idea di leggere o non leggere un libro e di comprarlo o non comprarlo sulla base di chi ne fosse l’editore. In quegli anni Einaudi o Scannacchiappolo editori per me pari erano.
- Tuttavia più si accumulavano in casa mia i titoli Adelphi, più andava finendo la mia indifferenza storica e – a quel punto me ne rendevo conto – quasi blasfema.
- Mi era diventato chiaro il grande lavoro che c’era in tutta la grande editoria, e mi sembrava anche di aver capito cosa s’intendeva con la tanto discussa aura della casa editrice di Calasso, quell’aura che la rendeva amata, odiata e soprattutto invidiata.
Sin da bambino ho sempre letto di tutto: libri, giornali, riviste, fumetti, cataloghi e qualsiasi altra cosa trovassi di stampato da mettere sotto gli occhi e per qualsiasi cosa intendo proprio qualsiasi cosa, comprese pubblicazioni impossibili per un ragazzino nato a Bolzano come Il Gommone e la nautica per tutti. Forse per via di questa fame insaziabile – oltre che per la distanza della città dove sono cresciuto dal mondo della grande editoria – per i primi decenni della mia vita non mi era



