- Dopo il monologo sulla martenità a Sanremo, si scopre che Forte e Chiara non è un memoir dolente (non lo era nemmeno il monologo, in effetti), ma un manuale di autostima. Francini non ci prova neanche a fare la piccola fiammiferaia.
- Qui c’è zero trauma, zero scoramento. Che splendida novità. Francini si piace un casino, si ama tantissimo, e non intende fingere il contrario neanche per un secondo
- È quella che alla fine arriva sempre dove voleva arrivare, godendosi tutto quello che incontra nel mezzo. Perché nessuno mette Francini in un angolo.
Ho trentun’anni, il che significa che quasi tutte le mie amiche in questo momento sono gravide o programmano gravidanze o parlano di programmare gravidanze. La maternità (o il desiderio di maternità, o l’ipotesi di maternità, o l’ipotesi del desiderio di maternità) è un argomento caldissimo, per questo quando mi è arrivato il nuovo libro di Chiara Francini, Forte e chiara. Un’autobiografia, Rizzoli, ho pensato automaticamente «eccallà, l’autobiografia dolente della madre mancata». L’ho pensat



