Cultura

Ci siamo finalmente liberate dai pregiudizi sui romanzi rosa

 

  • Lo sfacciato ritorno del romance interpreta i sentimenti di oggi, che poi assomigliano a quelli di ieri. Ora si può esibire il gusto del frivolo, contro l’idea che la lettura debba essere un’esperienza seriosa.
  • Le autrici, oggi, continuano nascondersi dietro pseudonimi talvolta un po’ goffi, ma che importa? Sono parte del fascino del genere, e nell’era della sovraesposizione il mistero consolida la fama di scrittrici (qualche volta, mi piacerebbe pensare, anche scrittori, chissà) il cui nom de plume è più noto del volto.
  • Proprio a qualche giorno fa risale il disvelamento in diretta televisiva dell’identità di Erin Doom, la cui firma evoca apocalissi gaeliche ma che in realtà si chiama semplicemente Matilde; con il suo Fabbricante di lacrime ha venduto più di chiunque altro in Italia nel 2022.

In edicola, fra pacchetti di figurine e quotidiani e copertine lucide di riviste di moda, sono esposti i libri rosa. Ho adocchiato spesso qualche copia pure in quei supermercati in cui c’è un angolo dedicato alla vendita di volumi rilegati con frontespizi su cui il nome dell’autore è in genere scritto a caratteri più grossi del titolo. Li ho visti nelle stazioni, in quei bar-tabacchi-rivendita giornali, e qualche volta nelle case delle amiche delle mie nonne. Quando inizio a notarli sono una

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