Alla Fiera Più libri più liberi di Roma – più libri, speriamo, e più liberi soprattutto dai fasci (ha chiuso con 105.631 visitatori) – l’Osservatorio AIE ha mostrato una mappa che rivela ciò che già sospettavamo: l’Italia compra i libri in base alla televisione
L’incipit del De Bello Gallico – quel memorabile «Gallia est omnis divisa in partes tres» che ci scortava nei pomeriggi liceali come un destino già scritto – resta uno dei grandi classici della letteratura latina. Torniamo al liceo e facciamo la versione.
Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur.
La Gallia, nel suo complesso, è spartita in tre parti: una abitata dai Belgi, l’altra dagli Aquitani, la terza occupata da quei popoli che nella loro lingua si chiamano Celti e nella nostra Galli. La filologia come urbanistica: tre zone, chiaro il perimetro, nessuna ZTL.
Hi omnes lingua, institutis, legibus inter se differunt.
Tutti costoro differiscono tra loro per lingua, istituzioni e leggi.
Insomma, niente di nuovo: l’Europa prima dell’Europa. Come vedete, è facile da tradurre. Per questo la versione di Cesare era la preferita dagli studenti: un latino chiaro, una sintassi narrativa lineare, un narratore in terza persona che fa finta di essere oggettivo, e un generale che mentre conquista mezzo continente trova il tempo di diventare l’inventore ante litteram della comunicazione politica.
Il De Bello Gallico è il primo grande comunicato stampa della storia: Cesare spiega, giustifica, si auto-intervista e prepara la candidatura. Un diario di guerra? Certo. Ma soprattutto un curriculum vitae da presentare al Senato, storicizzato quanto basta per sembrare oggettivo.
E ora, duemila anni dopo, arriva Alberto Angela, che sta alla divulgazione come Cesare alla sintassi: è chiaro, levigato, stratigraficamente impeccabile. È affidabile. Piace alle signore. Il suo nuovo librone – più di 600 pagine, Cesare. La conquista dell'eternità, per Mondadori – è balzato al primo posto in classifica come un legionario ben addestrato.
Libri e tv
La copertina mostra un volto intenso di Cesare ricostruito dai busti con l’Ia: sembra una star del web pronta a un reel motivazionale. Che infatti c’è: basta inquadrare il qr code e la copertina prende vita e voce gladiatoria con Luca Ward, quello di «al mio segnale scatenate l’inferno».
Era partito quinto, è sceso al settimo, poi, come ogni Angela che si rispetti, ha sprintato al primo posto in classifica.
Nel frattempo alla Fiera Più libri più liberi di Roma – più libri, speriamo, e più liberi soprattutto dai fasci (ha chiuso con 105.631 visitatori) – l’Osservatorio AIE ha mostrato una mappa che rivela ciò che già sospettavamo: l’Italia compra i libri in base alla televisione. Fabio Fazio e Geppi Cucciari governano la classifica dell’influenza libraria. Il 40 per cento dei lettori che acquistano “su consiglio della Tv” cita Che tempo che fa; il 31 per cento Splendida Cornice; poi a scendere, come in una gara ciclistica culturale, Striscia la notizia di Ricci, la Torre di Babele di Augias, Barbero in gita, rubriche di telegiornali, le giornate particolari di Cazzullo, Di Martedì di Floris, Passato e presente di Mieli. Tra i social vince Instagram, ma sotto i 25 anni è già stato raggiunto da TikTok. Dietro Facebook, che però si impone tra gli over 55.
Un paese che forse legge poco, ma almeno legge quello che gli dicono di leggere in tv. Angela, neanche a dirlo, è passato da Fazio e Cucciari. E la classifica, diligente come un centurione, si è allineata.
Il libro ricostruisce la campagna di Cesare in Gallia dal 58 a.C.: marce nella neve, battaglie, ponti costruiti in una notte, foreste “stregate”, santuari con scheletri decapitati. Le atmosfere ricordano Indiana Jones, Il Gladiatore e Game of Thrones – con la differenza, come insiste Angela, che «tutto è vero». O almeno: è vero quanto può esserlo un racconto scritto da un uomo che parlava di sé in terza persona.
New entry di Zerocalcare
In classifica c’è una sola new entry: Nel nido dei serpenti, il nuovo fumetto di Zerocalcare per Bao. Una storia che attraversa il processo ungherese in cui è imputata Ilaria Salis, e una lunga storia inedita su Maja T. È un libro che parla di un’Europa che non ha mai chiuso davvero i propri cassetti bui: rigurgiti d’intolleranza, ideologie tossiche che tornano come muffe resistenti. I proventi vanno in parte al fondo legale degli imputati del processo. Gente che rischia di rimanere sepolta in un carcere ungherese per un tempo irragionevole.
Insomma, dai Galli ai talk show, dalle legioni ai salotti, la storia si ripete:
Cesare conquistava la Gallia, oggi Angela conquista la classifica. La differenza è che Cesare scriveva per convincere il Senato; Angela per convincere Amazon. Ci riescono entrambi.
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