Homo Homini DEUS

Cosa resta del sogno ancestrale di un vaccino per l’immortalità

Illustrazione di Doriano Strologo
Illustrazione di Doriano Strologo

Da sempre l’uomo immagina di sconfiggere la natura. E nella Silicon Valley c’è già chi sta studiando come fare. Il Covid ha solo reso più evidenti gli istinti e le contraddizioni che si trovano già nei miti, fin dall’alba dei tempi

 

  • Questa epidemia ci ha ricordato, improvvisamente, la precarietà; la nostra individuale, e quella della nostra specie.

  • Giusto un anno prima che il virus iniziasse la sua subdola storia nel mondo, era stato pubblicato un libro di Yuval Harari, diventato in breve un bestseller mondiale: Homo deus. Breve storia del futuro. Dava corpo, in modo molto divulgativo, a un primordiale sogno dell’umanità: essere più forti della natura.
  • La percezione della propria mortalità è un prodotto della coscienza umana, e si è sviluppata a un certo punto dell’evoluzione della nostra specie. In un altro stadio dell’evoluzione, quello attuale, comincia a farsi strada la percezione opposta. 

Presi dalla morsa del virus, attendiamo protezione dalle fialette che ci saranno iniettate. Tutti abbiamo la percezione che alla fine saremo liberati dall’invisibile nemico, ma sappiamo anche che saremo diversi da quelli che eravamo prima: se migliori o peggiori, lo dirà il futuro. Quelle fialette, però, tra tanti lutti, ci danno una sensazione di certezza; una volta vaccinati saremo – almeno così si spera – invulnerabili al virus: al virus, ma non alla vita, alle altre malattie e a ciò che in

Per continuare a leggere questo articolo